“Le babysitter non devono imporre il loro modello educativo”, questa è la risposta data all’ascoltatrice Isa, di Radio Cusano Campus, che attraverso un messaggio ha chiesto ad Andrea Apollonio di Sitterlandia se le babysitter devono imporre un modello educativo o mediarlo coi genitori. “La babysitter deve seguire le regole base di educazione che la mamma e il papà hanno imposto. Deve esserci un dialogo tra genitori e babysitter, che non deve avvenire davanti ai bambini. L’imposizione di educatore può creare situazioni spiacevoli”, ha incalzato Apollonio subito dopo.

La situazione attuale sulla professione più gettonata dalle studentesse, e dalle amanti dei bambini, ora diventa un mestiere per esperte. Finalmente le famiglie scelgono di affidarsi a ragazze che hanno una preparazione mirata e sono consapevoli che devono pagare di più rispetto a qualche tempo fa. L’Italia, sul prezzo delle bambinaie, appare divisa. Ventimiglia è la città più costosa, dove i genitori devono sborsare 10,58 euro, mentre si risparmia a Sud, in Campania, e Puglia.

“La famiglia ha capito che deve spendere di più, è consapevole del ruolo di educatore che ha la babysitter. Non si tratta di una semplice ragazza che lavora coi bambini perché le piace lavorare coi bambini. La babysitter non è più la ragazza che deve lavorare coi bambini, ma deve avere un ruolo pedagogico nella famiglia, e la conoscenza di una seconda lingua straniera. Queste competenze si trovano generalmente in persone laureate, o che stanno seguendo un percorso universitario. La famiglia diventa datore di lavoro. La babysitter è una professione vera e propria anche se in Italia non ci sono linee guida che certificano la professione. Scienze dell’educazione e psicologia sono lauree che possono permettere a queste professioniste di avere un rapporto privilegiato coi bambini”, queste le altre dichiarazioni rilasciate da Andrea Apollonio in radio.

 

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