L’estate finisce, l’Universtià ricomincia, ma gli esami NO! Per quest’anno gli studenti, infatti, dovranno attenndere prima di dare il solito esame di settembre perché, dopo 40 anni, i professori hanno deciso di scioperare.

Da oggi 5444 professori, ricercatori universitari e ricercatori di enti di ricerca italiani di 79 differenti Università sono in sciopero per denunciare i cinque anni di blocco degli scatti salariali, unica categoria pubblica a cui si applica questa restrizione, come denunciano i docenti. Parte la sfida al ministero dell’Istruzione per lo stipendio.

«E’ come se non avessimo vissuto»

In poche parole per gli altri dipendenti, sbloccati gli stipendi, ci sono stati aumenti che tenevano conto anche degli scatti mancati (senza arretrati) per i docenti universitari, invece, questi cinque anni non sono contati. «E’ come se non li avessimo vissuti – spiega Giuseppe De Nicolao, che è uno degli aderenti allo sciopero – significa che fino alla liquidazione avremo meno scatti di tutti: per un professore ordinario si parla di una perdita complessiva in tutta la carriera di centomila euro almeno».

Tanti sono stati i tentativi di farsi sentire, ma tutti vani, così i professori hanno deciso di bloccare gli esami. Come abbiamo detto non c’è un sindacato alle spalle, ma solo un comitato promotore spontaneo di di ricercatori e professori, «Il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria».

Il Movimento ha scritto una lettera spiegando i motivi della protesta, a inizio estate. In poco tempo molti professori hanno aderito. Il record è per le università milanesi: in 382 hanno, infatti, aderito tra Politecnico, Statale e Bicocca.

A questo punto bisogna solo vedere come si attuerà il blocco degli esami. Ad ogni modo i docenti non sembrano volersi scontrare con gli studenti, anzi il contrario. L’obiettivo è infatti ottenere un appello straordinario dal rettore.