Sciopero docenti. E’ notizia di questi giorni la proclamazione dello sciopero degli esami di profitto da parte di professori e ricercatori, che attraverso una lettera hanno raccolto in poco tempo più di 5000 firme di aderenti da tutte le Università d’Italia, per la richiesta degli scatti stipendiali bloccati nel quinquennio 2011-2015.
Lo sciopero è previsto per la sessione d’esame autunnale e si protrarrà dal 28 agosto al 31 ottobre, con l’assicurazione da parte dei docenti che aderiranno che se il calendario d’esame prevedrà un solo appello, sarà garantita l’opportunità di sostenere l’esame entro 14 giorni dall’astensione.

Radio Cusano Campus ha contattato Andrea Torti, dell’associazione studentesca Link-Coordinamento Universitario, per capire a quali disagi dovranno far fronte gli universitari italiani qualora lo sciopero fosse confermato:

“La decisione della proclamazione dello sciopero, come conseguenza di una battaglia che da tempo interroga la componente docente e non solo, è stata seguita da una scia di polemiche in aule, biblioteche e bacheche facebook, soprattutto riguardanti la forma della protesta ed i disagi che produrrebbe sugli studenti. Non neghiamo che l’astensione dal tenere gli esami produce contrapposizioni con gli studenti, che si sentono lesi dalla forma di sciopero scelta dalla componente docente, componente che in questi anni è stata poche volte accanto alle nostre battaglie per i diritti degli studenti e delle studentesse”.
Torti aggiunge: “Scriviamo consapevoli di essere tra quelli che vivono l’ansia da prestazione per l’ultimo esame da dare nella sessione estiva, pensando già a quello da recuperare nella sessione autunnale, perché altrimenti rischiamo di perdere la borsa di studio o di deludere le aspettative dei genitori che con sacrifici sostengono i nostri studi. Siamo tra quelli che vivono la riduzione di appelli nei nostri corsi, con un conseguente contingentamento dei tempi di studio, nonostante il rigoroso pagamento di altissime tasse universitarie”.

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