‘Ndrangheta, donne, e bambini, sono il triangolo letale che andrebbe scisso una volta per tutte. Come una persona per un lupo, una donna e un bambino, per l’organizzazione criminale internazionale, rappresentano una gustosa pietanza per crescere, e diventare più incisivi sui territori. Avere mamme collaborative per i componenti del gruppo significa molto. Sono il perno di un sistema mafioso che ha come obiettivo il potere, e l’arricchimento ossessivo. “La donna, ha un ruolo importante da un punto di vista educativo. In collaborazione col maschio, fa in modo che venga fuori una personalità criminale, c’è un lavoro silenzioso che porta a questo risultato. La donna è centrale nel sistema criminale. E’ la ragione per cui ne fanno una questione di coppia genitoriale”, dice Giuseppe Laganà, psicoterapeuta dell’età evolutiva, e autore del libro “La ‘ndrangheta è femmina… E non è bella”.

“La ‘ndrangheta prima di essere un gruppo sociale è un’organizzazione della mente. Risponde ai bisogni umani dello psichismo umano: il bisogno d’appartenenza, il prendersi cura di sé e dell’altro”, aggiunge l’esperto in trasmissione specificando che questi stessi vengono “stravolti per fini criminali. Parlo di emergenza democratica con persone più autorevoli di me per non dimenticare le finalità di questo gruppo criminale: il potere e l’arricchimento economico. Sono decenni che ha acquisito una dimensione intercontinentale. Non è una conquista recente. Ma finalmente arrivano richieste di aiuto da diverse donne madri al Tribunale dei Minori di Reggio Calabria. Loro vorrebbero sottrarre i figli ad un destino certo” ha affermato dopo poco Laganà, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus. “Anche i bambini sono stati uccisi. La persona è un oggetto, uno strumento, per loro”, ha sottolineato dopo poco. Il libro verrà pubblicato a breve anche in inglese, ne esiste già una traduzione francese, probabilmente per contrastare efficacemente meglio il sistema. Che coraggio! Il coraggio che ci vuole.

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