Monica Cirinnà a tutto tondo. Con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus. Dalle elezioni amministrative al gay pride di Latina che tanto sta facendo discutere. Senza dimenticare Stefano Rodotà, grande giurista italiano di cui oggi si celebrano i funerali. 

MONICA CIRINNA’ SULLE ELEZIONI DI IERI

“Renzi ha detto che non è la fine del mondo? Non bisogna mai sottovalutare quando si perde, bisogna fare un’analisi concreta, reale. Poi è vero, sono ballottaggi, quando si sceglie tra due persone vale moltissimo la scelta sulla persona in sé. Noi abbiamo una grave crisi di classe dirigente, una grave crisi di selezione sulle persone vere nel territorio e sicuramente paghiamo anche questo. La balcanizzazione all’interno del partito e l’imposizione di persone che spesso non radicate nel territorio ci porta anche questo. Non è che ha perso Renzi, abbiamo perso tutti”.

“BERLUSCONI NON E’ RISORTO PERCHE’ IN REALTA’ NON ERA MAI MORTO”

“Berlusconi? Non era mai morto e non è bene che qualcuno muoia in politica, tutte le idee hanno dignità di presenza e rappresentanza. Gli italiani sono molto volubili nel loro voto, l’allontanamento di Berlusconi dalla prima linea ha fatto pensare a molte persone che votano a destra di scegliere un’altra formazione di destra. I voti che erano andati al Movimento Cinque Stelle sono tornati a casa. Non ci possiamo illudere, questo è un Paese molto di centrodestra. Il voto populista demagogico che era andato ai cinquestelle, non è altro che il primo voto che era andato a Forza Italia. Il Movimento Cinque Stelle, movimento di destra, è stato battuto da una formazione di destra più credibile”.

DA MONICA CIRINNA’ UN PENSIERO PER RODOTA’

“Travaglio ha scritto che è stato il Presidente della Repubblica che non ci meritiamo? Non sono d’accordo su nulla di ciò che dice Travaglio, scrive cose strumentali che servono solo per accreditare i suoi ragionamenti su altro. Dice così per buttare fango su Napolitano e su Mattarella. Fino a quando avremo questo sistema con il Presidente della Repubblica che viene eletto in Parlamento, bisognerà comunque trovare sempre persone che fanno unità. Stefano Rodotà, che io amo e stimo tantissimo, sarebbe stato sicuramente un grande Presidente della Repubblica, ma sarebbe stato un Presidente della Repubblica divisivo su temi fondamentali nella vita delle persone. Probabilmente l’Italia non era pronta per un Presidente della Repubblica così libero e così laico. E questo per persone come me è un grande dolore”.

IN CHIUSURA UNA BATTUTA SUL GAY PRIDE DI LATINA

“Un uomo ha esposto dal proprio balcone uno striscione con su scritto “W la F…” e si è ritrovato i carabinieri a casa? Io penso che il rispetto delle opinioni e delle idee degli altri sia comunque primario, bene hanno fatto i carabinieri a segnalare a questa persona che nel giorno in cui l’orgoglio omosessuale sfila finalmente nelle strade di Latina, sia bene rispettare anche queste persone. Poi ognuno si qualifica per gli atti che fa. Scrivere questo significa avere una visione culturale preistorica, per cui c’è la metà della tua popolazione che è un organo genitale e niente altro”.

“ECCO COSA FAREI FARE A CHI HA ESPOSTO QUELLO STRISCIONE…”

“Avrei potuto capire un cartello con su scritto ‘Viva le donne’, perchè comunque c’è il dissenso. Questa però è una roba che qualifica non solo chi la fa, ma anche la grettezza culturale di certe persone. Non a caso si è andato a fare il gay pride a Latina, città che in alcune situazioni non ha brillato neanche per inclusione e per democrazia. Cosa farei al signore che ha messo il cartello? Se esistessero come negli Stati Uniti delle vere pene rieducative gli farei fare un bel corso presso una delle nostre case rifugio per le donne vittime di violenza e quello basterebbe a fargli capire non solo la sua volgarità ma soprattutto il segnale becero che ha dato a chiunque ha letto il cartello. Secondo me, comunque, non ci saranno per lui conseguenze penali”.