La Camera ha detto 432 volte sì, alla legge sul cyberbullismo, per la gioia di genitori e insegnanti che sanno protetti i figli da giochi lesivi meschini. Sono diffuse sensazioni positive sui frutti che la legge maturerà nel tempo, ma vedere tutto rosa aiuta poco, se un contenuto lesivo può essere perpetuato nel tempo, e se ancora non sappiamo quanto i ragazzi saranno in grado di difendersi e mettere in pratica quello che il testo dice! Critica e acuta è stata l’analisi di Maria Luisa Missiaggia, avvocato matrimonialista, che ha commentato a freddo la legge sollevando dubbi sui contenuti digitali diffusi sui social, sulle punizioni che verranno inflitte nel tempo e sulla destinazione dei contenuti stessi. L’avv. Missiaggia ha detto a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus ‘non leggo nella legge che cosa accade quando questi contenuti, vessatori, permangono nei social, nonostante l’applicazione di tutto questo iter processuale’.”E’ un primo passo importante, sono contenta che abbiamo una definizione di cyberbullismo, è un iter da seguire nel caso di atti vessatori online nei confronti dei minori. Anche l’ammonimento del questore è un atto preventivo importante per bloccare questi atti. Ieri abbiamo letto, nelle cronache, che Londra si trova impossibilitata a trovare soluzioni immediate nei confronti di video, persecutori, nei confronti dei minori. E’ una legge quindi che può creare frustrazione in quei ragazzi che credendo in un passo avanti e che magari non vedranno modificato nulla. E’ un passo importante su cui è necessario lavorare con efficacia, nella prassi. Sembra che i social forti della loro posizione non intervengono, perché sono certi che le conseguenze penali possano riversarsi sugli autori materiali, ovvero di coloro che hanno inibito le vittime”, ha aggiunto subito dopo, mettendo in discussione il destino di certi contenuti digitali.

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