La questione migranti porta con sé tanti scontri e tante polemiche. Aggiunge la sua voce alla discussione pubblica chi ha lavorato e lavora in questo mondo. Si tratta del Prof. Claudio Puoti, primario di medicina interna ed infettivologia e docente di psicofarmacologia all’Università Niccolò Cusano, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco il tremendo racconto del medico volontario su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Il Prof. Claudio Puoti, primario di medicina interna ed infettivologia e docente di psicofarmacologia all’Università Niccolò Cusano, è stato medico volontario nelle operazioni di Mare Nostrum e di recupero di emigranti è esperto. Ecco il suo racconto scioccante sulla sua esperienza:

Il Prof. Puoti è stato medico volontario per la Marina Militare nella missione Mare Nostrum: “Anche la missione Mare Nostrum veniva attaccata e le navi accusate di essere i taxi dei migranti. L’operazione Mare Nostrum era non solo un’immensa operazione di soccorso, ma anche sanitaria, perchè a bordo si controllavano i migranti per evitare la diffusione di malattie infettive. Ed era anche un’operazione di sicurezza, anti-terrorismo, sulle navi non c’erano soltanto i medici ma anche i fucilieri, la polizia di frontiera. Poi per una serie di motivi politici ed economici è finita purtroppo”.

Sulle Ong: “Non ho avuto rapporti con le ong, ma a bordo della navi non c’è mai stato il sospetto che ci fossero accordi tra gli scafisti e le ong. Non si va per sensazioni ma per prove. Ho visto gli scafisti. I migranti sono terrorizzati perchè a terra ci sono torture, stupri, violenze, proprio per incutere il terrore in queste persone. Quando arrivano in Italia si sentono protetti dai nostri militari e dai nostri medici e molto spesso sono stati loro ad indicarci chi era lo scafista che li ha portati”.

Sui ritmi di lavoro nel recupero: “C’erano ritmi a volte massacranti, siamo stati anche giorni e notti ininterrottamente a salvare barconi e a visitare malati. Arrivavano questi rottami fatiscenti che possono trasportare 30 persone e invece ne trasportano 300. Molto spesso si rovesciavano. Molto spesso ho visto cadaveri. Ho visto morire una ragazza di nazionalità eritrea, che era scivolata, gli altri non se n’erano accorti, l’hanno calpestata e lei ha inghiottito acqua del mare mista a gasolio. Di questa ragazza nessuno sa nulla e immagino a casa la sua famiglia che ancora non sa nulla.Una sera sono salito sul pontile dopo 12 ore di lavoro per fumare una sigaretta e ho visto come dei bambolotti che galleggiavano in mare, erano bambini”.

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