“Re Carlo” non riesce nell’impresa di trionfare col suo Bayern Monaco al Santiago Bernabeu: il tempio del calcio. Il tempio del Real Madrid, la squadra che Ancelotti nel 2014 portò sul terro d’Europa vincendo la storica “Decima”, la decima Coppa dei Campioni, oggi Champions League. L’anno scorso poi le “Merengues” con Zinedine Zidane in panchina, alzarono “l’Undecima”. Zidane, già confermato anche per la prossima stagione alla guida del Real dal presidente Florentino Perez. E i bavaresi di Carletto? Il suo Bayern, risalito fino al 2-1 dei tempi regolamentari (all’andata all’Allianz Arena finì 2-1 per i “Blancos” di Spagna), ha accarezzato per davvero l’impresa impossibile prima di piegarsi alla grandezza madridista e alle clamorose sviste arbitrali dell’ungherese Kassai e dei suoi assistenti. Ai supplementari finisce 4-2 per il Real Madrid. Tedeschi in inferiorità numerica dall’83’ per un discutibile doppio giallo a Vidal, condannati da due reti in fuorigioco del solito Cristiano Ronaldo, prima della firma finale di Asensio: interessante centrocampista iberico di 21 anni. CR7, invece, si conferma goleador “re di coppe”: il portoghese, dopo la doppietta dell’andata, cala un tris e si porta a casa il pallone della partita.

Furia Ancelotti. Al termine della partita del Bernabeu, il commento di “Re Carlo” sull’arbitraggio è durissimo: “Siamo andati vicini alla partita perfetta, ma non avevo fatto i conti con l’arbitro. Sono molto orgoglioso dei miei giocatori, hanno fatto il massimo e anche di più. Quando siamo arrivati ai supplementari eravamo in controllo, e poi è successo quello che è successo. L’arbitro ha fatto molti errori ed evidentemente non era all’altezza: se prima ero contro la moviola in campo, ora sono assolutamente favorevole. È indispensabile perché un direttore di gara non può permettersi di decidere delle gare così importanti. Anche Zidane è d’accordo con me, ce lo siamo detti a fine partita. Non meritavamo di uscire. Se la vittoria del campionato può comunque rendere la stagione del Bayern positiva? Io credo di sì, ma non dovete chiederlo a me”.

Le due squadre di Madrid prime semifinaliste di Champions. Leicester: la favola è finita. L’anno scorso Real e Atletico si sfidarono nella finalissima di Milano in un derby Champions per cuori forti: nella rivincita di Lisbona 2014 (in terra lusitana, casa di Ronaldo, Real-Atletico 4-1 ai supplementari dopo il pari di Sergio Ramos all’ultimo respiro), trionfarono CR7 e compagni ai calci di rigore. Stavolta, chissà, il derby di Madrid potrebbe uscire dal sorteggio per gli abbinamenti delle semifinali; in attesa di conoscere i verdetti di Barcellona-Juventus (all’andata 3-0 per i bianconeri) e Monaco-Borussia Dortmund (3-2 per i monegaschi nel  primo match). I “Colchoneros” di Simeone escono indenni da Leicester (1-1) e si qualificano in virtù dell’1-0 maturato una settimana fa al Calderon. In casa delle “volpi inglesi”, spagnoli avanti con Saul nel primo tempo. Pareggia bomber Vardy al 61′: inutile l’assedio finale dell’ex squadra di Claudio Ranieri. Il sogno del Leicester svanisce nei quarti di finale. L’Atletico del “Cholo” si conferma una compagine brutta da vedere sul piano del gioco ma terribilmente pratica, grintosa e rocciosa. Un avversario difficile da affrontare anche per le corazzate d’Europa, figuriamoci per le modeste “Foxes”.