Che l’educazione dei giovani di ultima generazione sia discutibile è un dato di fatto, ma il fatto è che la situazione degli educatori appare altrettanto confusa da un sistema che chiede senza contraccambiare. “Siamo presi in un ingranaggio di cui non ci rendiamo conto. E’ come se fossimo formiche che vengono calpestate, e crediamo di vivere liberi. Ma non siamo per niente”, dice Isabella Milani, autrice di “Maleducati o educati male”, Vallardi Editore, da domani nelle librerie. E’ un gesto coraggioso quello messo in pratica dalla docente di italiano, pochi sono in grado di analizzare con lucidità e senza preoccuparsi delle conseguenze un sistema che ci fa credere cose che non esistono, da nessuna parte. Il problema del consumismo, e di un’economia che continua ad attorcigliarsi su se stessa senza trovare vie d’uscita, è stato evidenziato più volte nell’intervista rilasciata a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus. Per quali altre ragioni sarebbe giusto che gli educatori leggessero il libro?”Il lavoro è il risultato di undici anni di riflessioni e ricerche per rispondere a questa domanda, che è diventata il titolo. E’ un testo sull’educazione, ho scritto tutto quello che avrei voluto leggere come donna, come madre, come insegnante, e anche come cittadina. Mi sono chiesta se questi ragazzi – che non cedono il posto agli anziani, che sono solo interessati a cose futili, sgarbati – sono maleducati o se invece sono educati male. Ho cercato di trovare i motivi, che spiego nel libro per cui siamo tutti così scontenti della società. Sono arrivata alla conclusione che bisogna smetterla di parlare di maleducazione dei ragazzi, perché la colpa è nostra. Gli adulti giovani di oggi sono solo vittime. Gli adulti più colpevoli sono quelli che hanno costruito la società degli ultimi decenni. Lo scopo del libro è quello di dare risposte: dobbiamo parlare degli errori fatti e che continuiamo a fare, come genitori, adulti, insegnanti. Tutto il libro è un invito per gli adulti a prendere coscienza di come siamo diventati, e di quanto sia diseducativo il mondo costruito per i giovani, gli insegnanti, e gli adulti. Siamo intrappolati in un circolo vizioso, e non ce ne rendiamo nemmeno conto. Perdiamo di vista, in una società che pensa solo ai soldi e al denaro, i veri valori. Siamo costretti a lavorare – se troviamo lavoro – e non abbiamo tempo da dedicare ai figli. Chiediamo alla scuola di tenerceli il più possibile, e di farsi carico degli aspetti educativi che dovrebbero riguardare la famiglia. I ragazzi crescono educati male, perché vengono educati in modo incoerente e contraddittorio, ora da questo e ora da quello. Il mio libro vuole suggerire una decisa presa di coscienza della situazione in cui ci troviamo. Lo scopo è far rendere conto a tutti che abbiamo un grosso problema che la nostra società è malata e dobbiamo urgentemente fare qualcosa. Ribellarci. Cambiare il nostro stile di vita. Smettere di acquistare, accumulare. Bisogna stare uniti, ricostruire quella intesa scuola – famiglia, che una volta c’era. Oggi non c’è più perché l’economia vuole cose che sono in contrasto con la scuola, l’economia vuole lo spendaccione e non chi risparmia. Ha interesse ad usare tutti i mezzi per fomentare questo scontro tra genitori e insegnanti, che nuoce a noi insegnanti, a noi genitori e ai nostri figli. Si è liberi quando c’è da scegliere, ma non abbiamo niente da scegliere, è pilotato dal sistema economico. Crediamo di essere liberi perché abbiamo accesso a moltissime notizie, ma in realtà spesso sono controllate per manovrarci. E molte sono vere e proprie bufale. E’ possibile opporsi solo se si diventa consapevoli.”

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