Anche se riguarda appena cinque persone, il ddl sui magistrati in politica è al centro della discussione pubblica. Di certo è un tema che da anni, dal primo Berlusconismo, appassiona e divide. Dice la sua Walter Verini, deputato del Pd e nella Commissione Giustizia, e lo fa con un suo lungo intervento ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cosa dovrebbero fare i giudici in politica secondo Verini in diretta su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Dalla Commissione Giustizia del Pd parla Walter Verini. Lo fa per commentare il ddl sui magistrati in politica. Le sue considerazioni in questo argomento attuale sono interessanti. Ecco quelle più importanti espresso su Radio Cusano Campus: 

In merito al ddl sui magistrati in politica: “Si tratta di un tema maturo da affrontare, il Senato lo aveva già votato diversi mesi fa, la Camera l’ha votato ieri cambiandolo un po’. E’ un tema reale. Ci sono due principi che vanno salvaguardati, il primo è l’articolo 51 della Costituzione: ciascun cittadino che gode di diritti politici può candidarsi alle cariche elettive. L’altro principio riguarda l’indipendenza, l’autonomia e la terzietà della magistratura ed è un principio che va assolutamente garantito. Oggi può accadere che a Taranto un signore che pochi mesi fa era magistrato a Taranto, oggi è andato in pensione e può tranquillamente candidarsi a sindaco di quella città. Con la legge che abbiamo approvato noi questa cosa non sarà più possibile, perché il magistrato non potrà candidarsi nella città dove ha lavorato negli ultimi 5 anni. 

Sul rientro in magistratura dopo politica: “Una volta che il magistrato ha svolto il suo mandato politico non può tornare immediatamente a fare il magistrato –ha affermato Verini-. La norma prevede che non possa tornare nel distretto dove è stato candidato per 3 anni, non può assumere in quel periodo ruoli da magistrato inquirenti ma solo in collegi giudiziari”.

Sul caso Michele Emiliano: “Emiliano, se fosse stata in vigore questa norma a quel tempo, non avrebbe potuto candidarsi sindaco di Bari –ha spiegato Verini-. Quando la nostra legge sarà in vigore, un magistrato deve andare in aspettativa 6 mesi prima e non deve avere esercitato in quel luogo nei 5 anni precedenti. Non c’entra niente la candidatura ad una segreteria di un partito. Il fatto che un magistrato non possa iscriversi a un partito lo vieta l’ordinamento della magistratura”.

Sulle critiche alla legge di Francesco Paolo Sisto (FI): “Mi stupisce che un bravo avvocato come Sisto dica cosa del tutto infondate -ha affermato  Sisto parla di una legge annacquata, non capisco a cosa si riferisca. Per loro questa legge è sempre stata una priorità, ci hanno rimproverati perché non abbiamo avuto fretta dato che su 930 parlamentari, i magistrati in aspettativa sono 5. Ci siamo presi il nostro tempo, ma abbiamo fatto una legge seria a differenza dei governi di cui ha fatto parte Sisto che hanno perso tempo ad attaccare i magistrati senza fare nulla. Per Forza Italia doveva prevalere una logica punitiva”.  

Sulla carriera politica dei magistrati: “Ci sono stati magistarti come Ingroia che hanno parlato più con le interviste che con le sentenze e questo è servito loro per far carriera politica. Con questa legge ciò non sarà più possibile” ha dichiarato Verini.

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