Abbiamo negli occhi le immagini terribili del delitto di Alatri, violente e feroce. Ora emerge che uno degli assassini di Alatri era stato rilasciato il giorno stesso dei fatti. Errori giudiziari? Troppi tecnicismi tipo rito abbreviato? Molti sono i temi in merito e lo sdegno dell’opinione pubblica è dietro l’angolo. Ne abbiamo parlato con Antonio Di Pietro che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cos’ha detto l’ex Magistrato su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano, in merito al caso dell’omicidio di Emanuele Morganti, il 20enne ucciso ad Alatri.

Alatri è nei cuori di tutti. Il delitto di Morganti è troppo forte per passare sommerso nella masnada di notizie di cronaca nera. Soprattutto visti gli ultimi sviluppi sconcertanti. Ecco come li ha commentati Antonio Di Pietro ai microfoni di Radio Cusano Campus:

Sul fatto che Mario Castagnacci, già pregiudicato per droga, la sera prima del delitto era stato fermato di nuovo dalle forze dell’ordine a Roma con tre amici con dosi di stupefacenti ma il mattino successivo era stato rilasciato: “Io mi metto nei panni del magistrato che, riconoscendo il consumo di gruppo, dopo aver convalidato il tutto l’ha messo fuori, certamente tutto poteva immaginare tranne che poi facesse quello che ha fatto. Sul piano formale non si può che prendere atto della sua decisione. Sapere il giorno prima cosa succederà il giorno dopo è impossibile. Certo, il consumo di gruppo può anche esserci stato, ma chi tiene in mano quelle 100 dosi evidentemente è il capogruppo. A me non è mai capitato personalmente perché io anche con 10 bustine li mettevo dentro. C’è la necessità di una grande riduzione del ricorso al magistrato penale e civile in modo da dare la possibilità di fare pochi processi ma buoni, rispetto a criminalità vera. I magistrati impegnati tutto il giorno, quando arriva una cosa del genere per fare in fretta convalidano e scarcerano. Se fossi il giudice per casi di questo genere partirei dall’ergastolo”.

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