Sarebbe pure ora di trasformare il celebre “penso dunque sono” in “penso in quanto sono connesso”, ora che in un attimo colleghiamo il cellulare alla rete, e riproduciamo concetti già proposti da altri, attraverso la semplice condivisione, anziché generarne nuovi. Il web restringe l’elite pensante. Sono intellettuali, opinion leader, giornalisti, a dare idee, proporre concetti, gli altri in quanto concordi condividono e non ne elaborano di nuovi. Questo è uno degli aspetti più significativi dell’iperconnessione ad Internet, riguarda adolescenti e adulti, e modifica il pensiero: “Condividendo il materiale questo viene preso per vero. Se delego alla tecnologia significa che il mio cervello non acquisisce autonomia”, dice Maura Manca a #genitorisidiventa ai microfoni di Radio Cusano Campus. Il viaggio nel virtuale effettuato in “Generazione Hashtag” (Alpes Edizioni) dalla dottoressa Manca racconta le fobie di ultima generazione, il problema del gioco d’azzardo, il sexting: tutte piaghe sociali in aumento tra i giovanissimi.

“Siamo invasi da una nuova modalità comunicativa basata sull’istant, ovvero tutto e subito nell’immediatezza. Non c’è più il concetto d’attesa, come poteva esserci prima. Vengono usati gli strumenti digitali per controllare. Lo smartphone ha un ruolo riempitivo e contenitivo. C’è un uso distorto anche da parte degli adulti. Nel riprodurre concetti non c’è quasi mai una valutazione critica dei contenuti. Rischiano di intaccare tutte le forme di ragionamento più complesso. Condividendo il materiale che circola in rete questo viene preso per vero. Se delego alla tecnologia significa che il mio cervello non acquisisce autonomia. A scuola usare la tecnologia per le ricerche è importante, ma bisogna che ci sia pure una rielaborazione della ricerca”, aggiunge la dottoressa Manca durante l’intervista che è possibile riascoltare integralmente al link che segue.

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