Non si placa il dibattito dopo il servizio delle Iene sull’Unar. Ieri sulla questione è intervenuto anceh il presidente dell’associazione Anddos che ha annunciato: “Le Iene hanno fatto delle gravi illegalità, agiremo in sede legale, sono entrati con una telecamera in un circolo privato”. L’intervento del presidente Anddos sul servizio delle Iene in merito all’Unar è andato in onda su Radio Cusano Campus durante il format ECG, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Caso Unar. Il presidente di Anddos ha parlato del servizio delle Iene: “Intanto volevo chiarire che i soldi che sono stati vinti con il bando dell’Unar non vanno ai circoli né alle attività ludiche e ricreative ma vanno ai centri antiviolenza e d’ascolto, centri che in un anno e mezzo hanno già aiutato più di duemila persone. Le Iene hanno fatto una grande illegalità, noi agiremo in sede legale, sono entrati con una telecamera in un circolo privato, che è come la casa di una persona. E’ stato cercato quello che volevano cercare, sono entrati in un circolo, sono riusciti a beccare una persona che si prostituiva e hanno detto che quel circolo era un circolo dedito alla prostituzione”
Sul caso Unar, dopo il servizio delle Iene, il presidente di Anddos aggiunge: “I nostri circoli hanno migliaia di iscritti ma loro hanno preso un caso, lo hanno montato ad arte e hanno fatto vedere che quel circolo faceva quello per prassi. Questo è inaccettabile, noi abbiamo più di 500 dipendenti in tutta Italia e più di 1000 volontari. Non si può generalizzare. E comunque, nonostante la prostituzione non sia un reato, noi ieri abbiamo denunciato, querelato, la persona che con le Iene ha cercato di prostituirsi”.
Su Francesco Spano, direttore Unar che si è dimesso dopo il servizio delle Iene: “Ha sbagliato a scegliere di dimettersi. Non ha commesso nessun errore, non ha fatto nessuna cosa sbagliata. E’ stato emotivamente scosso dalla violenza che ha subito, anche da un punto di vista personale. Le Iene hanno detto chiaramente che lui aveva una tessera, una tessera che avrebbe potuto in qualche modo scoprire il suo orientamento sessuale e questa è una violenza degna dei peggiori regimi nazisti e fascisti, una cosa che non può essere accettata. Rendere pubblico l’orientamento sessuale di una persona è una cosa da nazisti“.