A 78 anni s’è spento un grande regista del nostro cinema, Pasquale Squitieri. La morte è avvenuta nella mattina di sabato 18 febbraio 2017 all’ospedale Villa San Pietro di Roma e intorno a lui c’erano tutte le persone che amava. Squitieri era famoso per i suoi film storico-politici come “I guappi” del 1973, “Claretta” del 1984 e “Li chiamarono… briganti!” del 1999, molto dibattuto per il tema. Con lui se ne va un punto di vista critico in grado di mettere insieme arte e politica.

Il 18 febbraio c’è stata la morte di Pasquale Squitieri. Aveva debuttato alla regia nel 1969 con il film “Io e Dio”, prodotto da Vittorio De Sica e poi, con lo pseudonimo William Redford, firmò due pellicole del genere spaghetti western, “Django sfida Sartana” del 1970 e “La vendetta è un piatto che si serve freddo” del 1971. E’ stato legato sentimentalmente dagli anni settanta all’attrice Claudia Cardinale, che ha anche recitato in molti suoi film come “I guappi”, “Il prefetto di ferro” e “Corleone”.  Dalla loro relazione, durata 26 anni, era nata la figlia Claudine. Squitieri non era solo il suo lavoro ma anche politica e in fatti, nel 1971, sottoscrisse la lettera aperta a L’Espresso sul caso Pinelli e nell’ottobre dello stesso fu protagonista dell’autodenuncia pubblicata su Lotta Continua in cui esprimeva solidarietà verso alcuni militanti e direttori responsabili del giornale inquisiti per istigazione a delinquere. Poi virò a destra tanto da essere eletto senatore nelle liste di Alleanza Nazionale nel 1994 nel collegio di Andria-Barletta. Della morte di Pasquale Squitieri a noi restano film memorabili. E non è poco.