Non finisce la sofferenza di Rigopiano. La notizia dell’ultima ora è che sta per arrivare una fiction sulla tragedia. A tempo di record e con dubbia voglia di spettacolarizzare un evento simile. Su questa nuova valanga che è caduta sui familiari interviene l’avvocato Romolo Reboa, legale rappresentante di tre famiglie coinvolte nella tragedia dell’Hotel Rigopiano, e lo fa ai microfoni del programma “Legge o Giustizia” di Matteo Torroioli. Ecco cos’ha detto il legale su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

L’avvocato Romolo Reboa, legale rappresentante di tre famiglie coinvolte nella tragedia dell’Hotel Rigopiano, ha commentato la futura messa in onda della fiction “La Valanga”, prodotta dalla Toadue sulla tragedia di Rigopiano. Ecco cos’ha detto in diretta su Radio Cusano Campus:

Circa la scelta di realizzare quest’opera: “Tutti i familiari non sono d’accordo con questa scelta. I protagonisti di questa vicenda si confrontano spesso. Sabato scorso si sono visti a Penne per una celebrazione. Il loro giudizio è stato unanime: non vogliono la fiction”.

Circa l’iter per la realizzazione della fiction: “E’ stato avviato in maniera assurda ed illogica. Pietro Valsecchi, amministratore delegato della Taodue, ha dichiarato che vorrebbe celebrare l’eroismo dei soccorritori. In una vicenda di questo genere non si può parlare di soccorritori senza parlare delle vittime. Soprattutto, non si possono dimenticare i colpevoli della tragedia. Non stiamo assistendo ad un’inchiesta giornalistica che si domanda del perché della morte di 29 persone. Purtroppo vedo che l’’autore non si è posto il problemi delle vittime, dei sentimenti dei loro familiari e delle persone coinvolte”.

Circa il comportamento della Taodue: “Per i piani editoriali andrebbe sentito Valsecchi. Sicuramente questo non è il modo, non è corretto come sistema. Tutta la vicenda sta prendendo una piega che purtroppo temevo. Sabato scorso, infatti, ho sentito un’aria particolare che si respirava durante l’emozionante celebrazione che si è tenuta a Penne. Lì non ho sentito nessuno utilizzare la parola “giustizia”, neanche una volta. Le famiglie non stanno chiedendo celebrazioni, speculazioni commerciali. Chiedono giustizia e nulla si sta facendo in tal senso”.

Sull’assenza dello Stato durante l’evento: “Sabato c’era solo il sindaco di Farindola, contestato da una mamma. Lo Stato e la politica fortunatamente non si sono presentate. Il clima sarebbe potuto diventare abbastanza pesante”.

Chiudendo sull’inchiesta: “Come difesa stiamo organizzando degli atti paralleli per indurre la Procura ad iscrivere alcuni soggetti nel registro degli indagati”. 

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