Il fenomeno legato all’enorme quantità di cause e ricorsi presentati contro il ministero dell’Istruzione è una delle tematiche affrontate oggi all’interno di Open Day, contenitore di approfondimento radiofonico che ruota attorno alle dinamiche che animano il mondo dell’università, della scuola e della ricerca scientifica. Solo nel 2016 sono state oltre 7mila le cause intentate nei confronti del MIUR per le motivazioni più disparate: 1340 riguardano direttamente la Buona Scuola e attengono a quelle problematiche emerse su organici, potenziamento e alternanza. Per il resto, le vertenze rilevate nel database dell’avvocatura si dividono in ulteriori 3 blocchi. Quelle relative a “Concorsi e graduatorie che riguardano gli insegnanti” sono state 4.043 e sono aumentate tre volte tanto rispetto a tre anni fa; poi ci sono le cause intentate dalle famiglie per la “promozione di alunni”, solo 308 l’anno scorso; quindi i processi per la responsabilità civile di infortuni accaduti agli studenti, diminuiti dai 1.715 del 2012 ai 1.515 di oggi.

Quando le cause non tirano in ballo risarcimenti milionari l’avvocatura generale chiede agli uffici scolastici regionali di occuparsi direttamente della pratica. È un modo per lasciare che la struttura centrale di Stato si occupi soprattutto dei macro-ricorsi dalle conseguenze più rilevanti per il ministero. La palla passa ai dirigenti scolastici che, in primo grado, sono chiamati a difendersi da soli, con la stessa amministrazione che il più delle volte soccombe. Michele Gramazio è il presidente dell’associazione nazionale dei presidi per la Regione Puglia, è un dirigente scolastico dal 2009 e dice di «essere diventato una sorta di esperto legale, per forza di cose». Gramazio negli ultimi tempi si è difeso da solo – difendendo l’istituzione – per tre volte.

Il fenomeno ricorsi è legato in qualche modo alle criticità e alle contraddizioni contenute all’interno della Buona Scuola?

“I ricorsi nel mondo della scuola ci sono sempre stati, forse l’aumento esponenziale degli stessi può essere legato ad alcuni passaggi controversi della legge 107, di sicuro il tema della mobilità dei docenti ha influito pesantemente in questo senso. Poi ci sarebbe da fare una lettura della situazione dal punto di vista sociologico. La scuola prima era un riferimento per le famiglie che affidavano i propri figli a quest’istituzione fidandosene ciecamente. Oggi i genitori si fidano dei figli, li tutelano fino all’irragionevolezza e questo è testimoniato dalle centinaia di cause intentate dalle famiglie per far promuovere figli altrimenti bocciati. Tutto questo è deprimente”.

Che effetto ha avuto la Buona Scuola sull’andamento del suo lavoro quotidiano di gestione di un plesso scolastico?

“La Buona Scuola ci ha reso la vita impossibile”.