Mamme in allattamento, e coi seni in vista, dee o svergognate? Ad ognuno il suo personalissimo giudizio. Francesca Castelli è soltanto l’ultima delle donne estromesse da un luogo pubblico, per aver allattato e cambiato il figlio alla presenza di molti. Stamani a Biella c’è stato il flash – mob davanti all’ufficio postale, dove Francesca è stata allontanata e in internet è stata avviata una raccolta firme che ha raggiunto numeri considerevoli. Il gruppo di mamme in questione si chiede come sia possibile trovarsi in una situazione simile, e fa sapere, attraverso un’intervista rilasciata da Chiara Cretella ai microfoni di Radio Cusano Campus che “è un problema recente, fino agli anni ’50/ ’60 nessuno si sarebbe sognato di parlare in questa maniera, le donne allattavano pubblicamente erano centrali come immaginario iconografico, venivano viste come corpo della nazione, con tutto il misticismo della maternità. Qui ci troviamo ad una rimozione dell’immagine materna, eppure i media sono pieni di corpi femminili esposti su cui nessuno ha niente da dire.”

“Ho sentito parlare di senso del pudore, come se si stesse facendo qualcosa di sbagliato o osceno.  Non si chiede di mettere il fazzoletto alle veline. Noi siamo un gruppo di mamme che pensa che non ci sia nulla di male. […] Chiediamo un intervento legislativo dal momento che in Italia manca, in assenza di una legislazione condivisa chiunque può vietare un atto importante”, ha aggiunto la ricercatrice a #genitorisidiventa, incalzando sul problema.

Ascolta l’intervista integrale qui