I delitti irrisolti sono temi sempre molto complessi. Complessi e caldi. Ecco perché i colpi di scena sono dietro l’angolo e le dichiarazioni forti non mancano. Negli ultimi giorni la Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta relativa alla morte di Stefano Cucchi. Gli inquirenti hanno accusato i carabinieri di omicidio preterintenzionale con i militari che sono accusati di pestaggio che originò i problemi di salute che condussero alla morte.  Tutto questo è l’opposto di quel che sosteneva la Dott.ssa Cattaneo insieme ad altri 17 esperti che hanno svolto anche l’esame autoptico sul corpo di Yara Gambirasio. Ospite della trasmissione “Legge o Giustizia” di Matteo Torrioli sottolinea questa e non solo la dottoressa Dalila Ranalletta, Primario di Medicina Legale e collaboratrice del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti per la parte medico legale.

Nessuno è infallibile ma quando di mezzo c’è la giustizia bisogna stare più attenti. E’ un po’ il succo di quanto sostiene a Radio Cusano Campus la dottoressa Dalila Ranalletta, Primario di Medicina Legale e collaboratrice del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti per la parte medico legale, che solleva non pochi dubbi sull’operato della collega Cattaneo. Ecco i passaggi più importanti dell’intervista:

“Per contestare le conclusione della Dottoressa Cattaneo ho utilizzato la sua stessa relazione. Ho letto la lunghissima relazione di circa 600 pagine, alla quale hanno collaborato 17 persone, e trovavo che per alcuni aspetti si parlava di anomalia, su altri si diceva che le cose potevano essere andate in un modo o in un altro. Poi, nelle conclusione, ciò che poteva essere bianco o nero è diventato nero e le anomalie sono state dimenticate. Sono stati messi da parte tutti quegli elementi che la Cattaneo aveva rilevato come anomali. Questo non è un modo affidabile di lavorare. Se ci sono dei dubbi il medico legale ha l’obbligo di risolverli. Se non ci riesce deve concludere che quelle cose sono dubbiose”.

Sulle premesse: “Le premesse sono fragilissime, le conclusioni diventano solide. Ci sono poi degli errori. Ad esempio il famoso “ossido di calcio” che secondo la Cattaneo c’era dappertutto. L’ossido di calcio è la calce viva e non poteva essere. Si concluse che se proprio non era ossido di calcio era comunque un altro composto del calcio, e che si rimaneva comunque nel campo dell’edilizia. Il calcio è invece uno degli elementi più distribuiti e questo collegamento è tutto fuorché immediato. C’è poi un braccio corificato. Il corpo di Yara presentava un braccio che si era decomposto in maniera diversa rispetto al resto. Questo vuol dire che il braccio era esposto in maniera diversa rispetto al resto del corpo. Invece, sul campo dove è stato rinvenuto il cadavere quel braccio era coperto come l’altro. Questa è stata definita un’anomalia: come è possibile? Io devo capire perché. La Cattaneo diceva “come se questo braccio fosse stato per un lungo periodo scoperto dal giubbino”. È palese che quel braccio, per un lungo periodo, non è stato in quella posizione. È la stessa Cattaneo che dice che questo dato non si spiega. La mia opinione è che il corpo di Yara Gambirasio non è stato tutto quel tempo sul campo dove poi è stato ritrovato. Siccome questo non torna con gli altri dati allora si considera un’anomalia e viene dimenticato. Non c’erano elementi per poter affermare con certezza né come è morta né quando è morta la povera Yara Gambirasio. Gli elementi medico legali non hanno fornito elementi utili in tal senso.  Questa era la conclusione logica. Gli unici elementi utili che quella consulenza poteva dare sono quelli che sono stati “archiviati” nella testa della dottoressa Cattaneo e della Corte”.

Sul fatto che la difesa di Bossetti abbia già fatto ricorso e si prepara per l’Appello: “Da tecnico neanche mi interrogo se Massimo Giuseppe Bossetti sia colpevole o no. Posso dire che non c’è, dal punto di vista medico legale, un solo elemento determinante che vada a favore della tesi dell’accusa che ha poi determinato la sentenza. Mi sarebbe piaciuto lavorare attivamente sul corpo. Io ho lavorato sulle foto. Avrei desiderato che la Corte ci avesse almeno permesso di vedere i reperti. Io ho contestato anche come sono stati rimossi gli indumenti di Yara Gambirasio, un’operazione svolta in maniera poco delicata. Non mi puoi fare l’analisi all’ultra microscopio sul buco della maglietta di Yara, quando quella maglietta è stata tolta in malo modo, stiracchiandola da ogni parte. Ci sono foto che dimostrano che quel famoso buco sulla maglietta, nel momento in cui era indossato da Yara Gambirasio, aveva una forma. Dopo ne aveva un’altra, come testimoniavano le foto della stessa Cattaneo”.  

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