L’Europa non piace a tutti. Non lo nasconde la Lega Nord e, più nello specifico, non lo nasconde Claudio Borghi, economista della Lega Nord, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Cos’ha detto in merito e su Padoan? Ecco i passaggi chiave su Radio Cusano Campus.

Claudio Borghi, economista della Lega Nord, considera male l’Europa. Non ne ha mai fatto mistero e non ne fa neanche ora in diretta su Radio Cusano Campus:

Sul monito dell’Ue all’Italia sui conti: “Secondo me Padoan sta pensando alla maniera più indolore per inginocchiarsi. Dice: ma se m’inginocchio di colpo mi si nota di più rispetto a se mi inginocchio più lentamente? E’ da qualche secolo che a febbraio l’argomento in discussione sono i severi moniti dell’UE. Qualcuno ha mai seriamente provato a considerare quale sia la ragione per cui noi dovremmo essere sotto osservazione o sotto tutela da parte dell’Unione Europea? Siamo l’unico Paese in crisi che paga. Dovrebbero essere in giro gli ispettori italiani sguinzagliati in tutta Europa a controllare cosa fanno gli altri coi nostri soldi”.

Sull’Italia presa di mira: “E’ un gioco delle parti, una specie di teatrino che vede dei governi conniventi, in modo tale che il governo fa delle cose che sono nell’interesse dei creditori esteri e a danno dei cittadini italiani usando come scudo la formula ‘ce lo chiede l’Europa’. In queste ultime legislature c’è del materiale per delle accuse di alto tradimento”.

Sulla scelta del Regno Unito di hard Brexit: “La May sta chiamando l’ennesimo bluff di questi poveretti. Bisogna tenere presente che cos’è il potere di ricatto di uno Stato nei confronti di un altro. Il primo è il potere militare e non è questo il caso. L’altro è quello di ritorsioni commerciali. L’Inghilterra dall’UE importa molto più di quello che esporta, per cui se l’Ue decidesse per suoi comodi di non fare accordo con l’Inghilterra pagheremmo noi. Sarebbero i governanti che sarebbero costretti ad andare a firmare ogni tipo di accordo, spinti dagli imprenditori coi forconi”.

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