Sarà una figura di raccordo e coordinamento, pronta a dispensare consigli dove ce ne sarà bisogno. Giovanni Cervone, ex portiere della Roma, è entrato a far parte della famiglia dell’Unicusano Fondi Calcio. “Ho parlato nei giorni scorsi col presidente Stefano Ranucci il quale mi ha prospettato questa possibilità di lavorare con i portieri dell’Unicusano Fondi, dai più piccoli ai più grandi – racconta la bandiera giallorossa – è un ruolo che ho sempre voluto ricoprire, mi fa molto piace. Penso di poter insegnare qualche cosa in questo campo. Ho amato fare il portiere ed amo lavorare con gli estremi difensori”. Cervone, quindi, non sarà il classico preparatore: “Vengo a vedere gli allenamenti della prima squadra ma anche del settore giovanile. Voglio capire e vedere come lavorano i preparatori e gli atleti, anche per dare consigli. Qualcosa di nuovo c’è sempre e quindi bisogna stare sempre al passo”.

Che rapporto cercherai di instaurare con i tuoi colleghi: “Tutto sta nel modo di porsi. Se uno entra con prepotenza pensando di conoscere tutto sbaglia. Mi relazionerò con loro sapendo bene quello che stanno facendo, dato che anche io ho ricoperto quei ruoli. Conosco il modo di rivolgersi, seguire e collaborare con i colleghi. La presunzione non ha mai aiutato nessuno. Magari anche io imparerò qualcosa perché non è detto che io sappia tutto”.

Che realtà hai trovato? “E’ una società molto organizzata. Sono venuto al campo di allenamento della prima squadra. Il terreno è bellissimo, c’è attrezzatura che non si trova in serie A o in serie B. Anche gli allenatori e gli altri membri dello staff mi hanno fatto una grande impressione. È un ambiente bellissimo”.

Quanto c’è bisogno di scuola italiana per i portieri? “Il ruolo è cambiato tantissimo, all’estero si lavora più in prospettiva. Sono più avanti nel ritagliarsi nuove metodologie di lavoro. Per me, però, ci vuole la base. Sono fondamentali i primi passi. I portieri sono come i bambini che imparano a camminare. Il portiere che sa camminare può diventare un grande. Quello che ha difficoltà a muoversi avrà sempre grandi problemi”.

Un consiglio ai più giovani: “Innanzitutto guardare e stare sempre a sentire. Ai bambini bisogna spiegare cosa si sta facendo. Qualsiasi cosa vai a proporre bisogna far capire perché si sta facendo una cosa. I bambini sono molto curiosi e quindi non c’è scampo. Anzi, capita pure che qualcuno non sia convinto e allora gli devi spiegare per filo e per segno tutto. Quando li vedi fare le cose per bene allora capisci che stai facendo un buon lavoro. Chi ama fare il portiere deve dedicarsi agli allenamenti, seguire i consigli e stare sempre concentrato”.