Non ci sono dubbi. Gonzalo Higuain alla Juve è il colpo dell’estate. Un affare per tutti: per Gonzalo Higuain stesso, che guadagnerà (diritti d’immagine inclusi) quasi 10 milioni di euro a stagione. Per la Juventus, che acquista uno dei più forti centravanti del mondo, ma anche per il Napoli (e infatti io sono convinto che De Laurentis stia gongolando) che vedrà entrare nelle proprie casse la cifra record di novanta milioni di euro per quello che è il quarto trasferimento più esoso di sempre nella storia del calcio mondiale.

Eppure, secondo me, un giorno, tra tanti anni, Gonzalo Higuain si pentirà di questa sua scelta. La Juve rappresenta il massimo, il top, il punto d’arrivo che ogni calciatore che giochi in Italia sogna di abbracciare prima o poi.

Ma un conto, caro Gonzalo Higuain, è essere il simbolo del riscatto sociale di una città, un conto è essere uno dei tanti.  Un conto, caro Gonzalo Higuain, è provare a vincere là, dove il trionfo non è di casa e dove ogni vittoria diventa leggenda, un conto è farlo in un ambiente dove ormai si è perso il conto degli scudetti ed ogni successo sembra quasi un traguardo dovuto.

La Juve è il top del calcio italiano,  forse europeo, Torino è una città splendida, ma essere il grido di gioia di ogni ragazzo di Posillipo e Scampia, di Vomero e Pozzuoli, essere il condottiero di Napoli tutta, essere il re di un esercito senza armi ma con tanta passione, è un privilegio cui forse ora Gonzalo Higuain non concede la giusta importanza.

A Napoli Higuain era l’eroe romantico, il cavaliere che lottava contro i mulini a vento e che provava a suon di gol a riscrivere una storia già scritta, a cambiare il finale di un romanzo che tante, troppe volte, è terminato allo stesso modo.

Non a caso l’amore dei napoletani per Higuain era aprioristico, viscerale. Anche quando sbagliava i rigori Higuain era intoccabile. Re di un popolo che attraverso lui sognava un riscatto, ora Higuain resta fenomeno tra i fenomeni di una Juve che anche senza Higuain ha vinto e che anche senza Higuain vincerà.

Prima di firmare per la Juve, al di là delle questioni economiche, Higuain si è trovato davanti a un bivio: essere leggenda che prova a riscrivere la storia, o essere uno dei tanti (fenomeni) che al corso della storia si adegua e in un certo senso obbedisce. Ha scelto la strada più facile e più redditizia. Ma, sicuramente, non quella più affascinante.