Le cose stanno così… “Mogol contro Battisti” è un po’ un’esagerazione giornalistica che però si basa su un assioma; la vedova di Lucio Battisti si rifiuta di concedere le canzoni del marito per qualsiasi ragione. Nessun festival, nessun documentario, nessuno spot e nessun sito web possono far risuonare l’artista di Poggio Bustone e Mogol, che del duo era l’altra metà, un po’ si stranisce. La cosa è finita in tribunale ed ora si sa qualcosa di nuovo. Vediamo cosa ci racconta il primo capitolo tra Mogol contro Battisti.

Partiamo da una premessa tecnica ma doverosa: le canzoni di Lucio Battisti sono di proprietà della vedova Grazia Letizia Veronese quale si oppone sistematicamente al riutilizzo delle opere e alla loro diffusione in Rete.Non ha gradito Mogol che nel 2012 ha iniziato una vera e propria causa per chiedere un risarcimento di ben otto milioni di euro di malati guadagni. Mogol contro Battisti è un po’: non abbiamo sfruttato commercialmente il futuro per colpa tua ed ora paghi. Il Tribunale di Milano, con sentenza n. 9232 depositata il 22 luglio 2016, ha assolto la vedova ma con una vittoria di Pirro perché ha contestualmente condannato la società Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l a pagare a Mogol 2,6 milioni di euro. Secondo questa novità della giurisprudenza, il caso Mogol contro Battisti s’è evoluto in modo tale che le hit del cantautore potranno essere scaricate in Rete “oppure comunque utilizzabili in film, spot, eventi e celebrazioni che fino a questo momento sono stati vietati di fatto da una strategia draconiana”. Ovviamente la sentenza sarà impugnata e si andrà per le lunghe, siamo in Italia. Di certo, vista in modo superficiale e dall’esterno, la querelle Mogol contro Battisti ha fatto schierare apertamente gli addetti ai lavori. Il critico musicale Gino castaldo, penna della Repubblica, ha dichiarato in merito: “Teme che possa essere organizzata una saga del carciofo intitolata a suo marito? Lei ha tutti gli strumenti per impedirlo, per vigilare, per curare come si deve la memoria di Lucio Battisti. Ma perché limitarsi solo a dire no? Perché rifiutare, negare, cercare di far scomparire in ogni modo il ricordo della bellezza che suo marito ha portato nelle nostre vite?”.