Federico Mello è un nome che forse al grande pubblico dice poco ma tutti gli addetti ai lavori della comunicazione sanno che è una delle penne più interessanti del panorama giornalistico italiano. Giornalista “inviato sul web”, ha collaborato e collabora con importanti testate come Il Fatto Quotidiano e l’Huffington Post ed è consulente per Ballarò. Ha da poco pubblicato “Le confessioni di un nerd romantico”, un libro quasi da “pentito” in cui svela alcuni meccanismi sbagliati dei social network e mette in guardia tutti noi. Ne ha parlato a Radio Cusano Campus, ospite del cantautore Bussoletti nella sua trasmissione LINGUE A SONAGLI. Vediamo cosa ha detto.

Social Network come gioco d’azzardo: “I social network sono ideati come si fa col gioco d’azzardo. Nel mio libro spiego come vengono progettate le slot-machine a Las Vegas e si scopre che niente è lasciato al caso. Non viene fatta entrare la luce, non ci sono orologi, le sedute sono di un certo tipo, si preferisce mettere le macchine in spazi chiusi e così via fino alla progettazione delle sequenze di gioco dove si decide a tavolino che devono vincere in tanti ma sempre poco. Questo crea tantissima dipendenza tanto che chiunque può diventare un giocatore incallito. Lo stesso meccanismo è applicato ai giochini dei social network che hanno come scopo principale quello di aumentare la dipendenza della gente. E’ il famoso manifesto Fuck The User Approach We Want The Revenue. Facebook non dà soldi ma like e commenti”.

Monito su Facebook: “Da esperto ed inviato sul web, dico di prestare attenzione perché la piattaforma di Facebook non è neutra e non la potete usare come volete voi. E’ progettata per essere usata in un certo modo che crea dipendenza e che ci fa trasformare nel nostro ufficio stampa alla ricerca di consensi”.

Sulle implicazioni dei social sul giornalismo: “La verità è che, se una testata vuole spaccare sui social, deve corrompere totalmente la sua linea editoriale ed abbassare di molto la qualità dei suoi contenuti. Il giornalismo ormai è in gran parte indignazione e non informazione. Qualcosa viene detta per avere l’applauso e non perché è giusto dirla. E’ come se si dia sempre ragione alla gente ma la gente non ha sempre ragione… quelli sono i clienti”.

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Ascolta qua l’intervista integrale di LINGUE A SONAGLI
In onda su Radio Cusano Campus tutti i sabato alle 14 su 89.100 FM e in streaming e in podcast
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