“Tutto il mondo è paese” non è solo un adagio popolare. E’ anche il primo singolo degli Anhima che è contenuto nell’album “La cruna dell’ago” prodotto da Fabrizio Simoncioni e Fabrizio Vanni. Arrivano da Firenze, città che loro definiscono “visionaria”, ma vogliono urlare a tutto il paese che “La cruna dell’ago” è il passaggio sempre più stretto in cui la musica e l’arte hanno un percorso obbligato. Conosciamoli meglio in questa intervista.

Sei mesi in classifica su Virgin Radio è una bella dote. Che vantaggi vi ha dato per questo nuovo lavoro? Maggiore fiducia in voi stessi?Beh senz’altro!  Anche perchè il brano che è stato sei mesi in classifica su Virgin Radio, IMPOSSIBILE MUTAZIONE, che hanno scelto loro senza pressioni di alcuna casa discografica, fa parte di un best of 18ANHIMA. Forse non tutti sanno che in realtà aveva 15 anni suonati ed era il singolo di un album  uscito nel 2000 per la Sony music caduto praticamente nel vuoto. Un album forse tra i primi in italia fortemente contaminato dall’elettronica mixata al rock, ispirato da ascolti come Prodigy e Chemical Brothers e prodotto artisticamente da me ma soprattutto da Sergio Taglioni, un personaggio un po’ trasversale che forse non tanti conoscono che si occupava di generi diversi (Paolo Benveniu’ Petra magoni Alex Tavolazzi) direttore d’orchestra pianista assolutamente incredibile, che però nascondeva un animo rock molto più cazzuto di quello che ci si aspettava da lui. Evidentemente eravamo un po’ troppo avanti (che non è detto sia un complimento) ma come vedi poi i conti tornano. Non eravamo sulla strada sbagliata e siamo molto orgogliosi di quel lavoro senza il quale non avremmo conosciuto Fabrizio Simoncioni che ci ha sentito per radio ci ha cercati e contattati. Insomma un po’ di magia..

La visione che proponete in TUTTO IL MONDO E’ PAESE che connotazione ha? Positiva o negativa?
Tutto il mondo è paese non ha assolutamente una connotazione negativa è una semplice e speranzosa constatazione.. forse un po’ caustica riguardo alla mia “fulgida babele chiamata Firenze” che poi è la chiave di lettura del testo , perchè da aristocratica cittadina rinascimentale per turisti d’alto bordo e gestita più dagli altolocati bottegai fiorentini che dalla politica comunale, si sta trasformando in una città internazionale cosmopolita dove le facce di tutte le razze si fondono e io credo che questo sia il futuro della nuova civiltà di tutto il mondo che vorrei che fosse il mio paese. Ma in realtà il pezzo nasce dal mio bisogno di raccontare.

 Siete una realtà storica di Firenze. Che giorni sono per la vostra città vessata da una voragine stradale quasi metaforica?
A Firenze si rinnovano in continuazione i negozi delle grandi firme. Si organizzano eventi, maratone, orchestre sotto le Logge dei Lanzi, notti bianche con centinaia di migliaia di persone, mercati ovunque, Pitti che trasforma il centro in una discoteca… e poi ti crolla un Lung’Arno.. Babele? Siamo una realtà storica fiorentina io personalmente suono dalla metà degli anni 80 e facevo il batterista in una band post punk psichedelico. Soul Hanters, il primo cantante dei diaframma, poi ho cominciato a cantare e c’erano almeno 10 locali che facevano musica dal vivo tutte le sere piu’ il Tenax che faceva una programmazione internazionale da brividi. La prima volta che ci ho suonato, nei camerini c’erano firme tipo Cult, Mission, Joy Division Killinig Joke, Taxedo Moon,Eco and the Bunny man.. insomma tempi che non torneranno ma bisogna andare avanti col rock sempre avanti. Siamo gli ultimi? Speriamo di no.

Il nuovo lavoro è prodotto da Fabrizio Simoncioni. L’esperienza di un guru della musica vale di più dell’energia di un giovane?
Ehy fratello cos’è sto giovane/vecchio?. Fabrizio simoncioni ha 50 anni, il mio amico Giancarlo Bigazzi che se n’è andato qualche anno fa ne aveva 69 ma era gioivane dentro. Per fare il produttore ci vuole esperienza e credo che la parola Guru che hai usato sia la più azzeccata. Fabrizio è un Guru della musica e di tutti i generi, per quanto ovviamente sia un rokkettaro. Io lo chiamo scherzosamente Simonc Eno  come Brian Eno. Fabrizio ha preso il Grammy Award, quello vero mondiale, come ingegnere del suono. E’ uno che si progetta i suoi studi ed ha al suo attivo 57 dischi di platino non solo in Itala ma anche in America e in Messico. Cosa si può voler di più? Poi è nato un felling immediato con la band… noi volevamo toglierci di dosso questa connotazione Grunge che ci ha seguiti nel tempo per tornare alle sonorità del rock italiano degli anni 80, la wave, e Fabrizio ci stava dentro come un pesce nell’acqua. Non mi vergogno a dire che Fabrizio è il più grande artista che io abbia mai conosciuto.

Secondo voi è possibile in qualche modo allargare questa cruna dell’ago?
Credo che per ora quella cruna tenderà a restringersi. Con l’arrivo di Internet, che fa parte del progresso e il progresso è giustamente inarrestabile, la cultura, l’arte, lo spettacolo ma soprattutto la musica hanno subito una mazzata micidiale. Bisognerà trovare un sistema e mi preoccupo soprattutto per le nuove generazioni. Se continuerarro a spremere commercialmente su questo tipo di tecnologia, la musica è fottuta. Sembra un mezzo democratico ma, se nessuno investe su cio’ che scrivi perchè non c’è ritorno, sei costretto ad autofinnaziarti e quindi da democratico diventa Elitario.