Un nuovo tipo di agricoltura che si basa su principi ecologici e che consta di un insieme di nuove tecniche che vogliono rappresentare un’alternativa credibile all’agricoltura industriale: si chiama agroecologia e consente la coltivazione di materie prime di provenienza certa, prodotte nel rispetto delle biodiversità e tenendo in grande considerazione sia la salute umana che quella dell’ecosistema. L’agroecologia si compone di sistemi diversi quali: l’agricoltura biologica, la biodinamica e la permacultura. Attraverso l’attuazione di queste diverse tecniche di coltivazione l’agriecologia si è dimostrata più tollerabile dal nostro pianeta rispetto all’agricoltura industriale.

Fritjof Capra, fisico e teorico dei sistemi e autore del libro “Agricoltura e cambiamento climatica” (Aboca Edizioni), scrive in merito all’impatto dell’agricoltura sull’ambiente e, nello specifico, sui mutamenti climatici: “Il nostro sistema agricolo è allo stesso tempo vittima e carnefice della crisi climatica. Da un lato, le piante coltivate nelle monocolture omogenee, tipiche dell’agricoltura chimica, sono vulnerabili agli eventi climatici estremi che stanno diventano sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale; dall’altro, l’agricoltura industriale contribuisce in maniera significativa alle emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico. Dobbiamo sostenere il futuro”.

Su tutt’altri principi si fonda l’agroecologia, che non contempla l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi chimici e fonda i suoi principi sulla condivisione e conservazione delle sementi e sulla diversificazione dei sistemi agricoli, con l’effetto, constatabile, di far aumentare la produttività in modo sostenibile sia sul fronte economico che sociale e ambientale.