“Elementare, mio caro Watson”. Una frase impressa nel nostro immaginario a simboleggiare un personaggio e la sua epoca. Con essa Sherlock Holmes, il detective scaturito dalla fantasia di Sir Arthur Conan Doyle, ripristinava l’ordine razionale sconvolto dagli orrori del mondo moderno partorito dalla Rivoluzione Industriale dell’Ottocento.

Terminata la sua avventura letteraria, l’inquilino di Baker Street continua ad assolvere tale funzione ‘razionalizzatrice’ nelle sue trasposizioni cinematografiche, intervenendo ogniqualvolta i fragili equilibri del nostro mondo sembrano entrare in crisi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre l’Occidente fa i conti con gli orrori dei campi di concentramento nazisti – macabra applicazione delle logiche della ‘catena di montaggio’ allo sterminio di massa – Holmes conosce la più longeva delle sue incarnazioni sul grande schermo grazie a Basil Rathbone che definirà, da quel momento in poi, un canone di riferimento per il personaggio.

Negli anni Settanta, poi, la creatura di Conan Doyle subisce l’influsso delle trasformazioni sociali e culturali in atto, che ne esplorano le ambiguità sessuali (in Vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder) e le debolezze psicologiche (in Sherlock Holmes, soluzione sette per cento, nel quale il detective si confrontava addirittura con Sigmund Freud e con la propria dipendenza dalla cocaina).

Il Nuovo Millennio, infine, vede Holmes diffondersi a macchia d’olio nel nostro immaginario, tra serie televisive che ne modernizzano vicende e caratteristiche (la britannica Sherlock e la statunitense Elementary) e altre che le adattano a contesti narrativi innovativi (Dr. House di ambiente ospedaliero, nel quale il ‘crimine’ da curare con la logica deduttiva è la malattia), e pellicole pop che gettano un ponte ideale tra il disordine della società ottocentesca e la complessità del mondo moderno globalizzato e intimorito dal fondamentalismo (i due Sherlock Holmes firmati da Guy Ritchie con protagonista Robert Downey Jr.)

La creatura di Conan Doyle, dunque, accompagna la nostra Storia, luce della ragione a illuminare l’abominio dell’agire umano.