Lo abbiamo amato tutti per il suo “Cronache Marziane” che spopolò su Italia 1. Da allora Fabio Canino di strada ne ha fatta molta prestandosi al cinema, al teatro, alla radio (dove tutt’ora conduce uno show su Radio2) e da poco alla narrativa. Fresco della pubblicazione del suo libro “Rainbow Republic” per Mondadori, racconta ai microfoni di Radio Cusano Campus come sarebbe un paese di soli gay ma anche cosa pensa delle posizioni di Mario Adinolfi, dei numeri del Family Day e di Salvini.

Sulle posizioni di Mario Adinofi: “Lo farei sparire da queste discussioni del Family Day perché credo che abbia grandi problemi. Non si ricorda che, quando votava Renzi, Renzi già parlava di stepchild adoption e lui era d’accordo. Evidentemente non gli hanno un posto nel governo e allora ha iniziato a chiedersi cosa fare per diventare una soubrette politica. S’è risposto che poteva odiare e, in particolare, che poteva odiare gli omosessuali ma chi fa una carriera sull’odio ha dei grossi problemi. Non a caso nel mio libro “Rainbow Republic” spiego proprio che l’amore è uguale per tutti”.

Sui numeri del Family Day: “I numeri delle manifestazioni non sono mai quelli dichiarati ma sul Family Day, in particolare, c’è da fare un conto semplice. I cittadini di Roma città sono due milioni. Due milioni sono il totale di Umbria, Val d’Aosta, Molise e Abruzzo messe insieme: quattro regioni. Il Circo Massimo, quando è completamente vuoto e non come in quel caso in cui c’erano dei lavori, i bagni chimici ed il palco, al massimo tiene 200mila persone. Come puoi dire che erano un milione?”

Sulla necessità di coming out dei personaggi pubblici: “In Italia passa tutto dalla celebrità. Sai quanto potrebbe fare uno sportivo, un calciatore, dichiarando la sua omosessualità? Faresti qualcosa per chi non ha avuto la tua stessa fortuna. Perché se un padre, tifoso di una squadra di calcio e tifoso di un calciatore, scopre che quel calciatore, nonostante sia gay, sia un grande campione che fa gol e lo ammira, se il figlio fosse omosessuale, lo accetterebbe più facilmente”.

E se si deportasse Salvini nella “Raibow Republic”?: “Scapperebbero tuti. Pensa anche nella Rainbow Republic ci sono i Rosa, un partito di estremisti gay che, in modo talebano, non vogliono etero nel loro paese. Ho voluto crearli per far capire quanto c’è del ridicolo in alcune posizioni della Lega”.

Ecco la copertina di RAINBOW REPUBLIC

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L’intervista integrale su
LINGUE A SONAGLI
in onda Radio Cusano Campus
sabato alle 14 su 89.100 FM, streaming o in podcast

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