Gisela Mota aveva promesso ai suoi concittadini di Temixco cittadina dello stato messicano di Morelos, una lotta senza pietà ai narcotrafficanti. Per questo, Gisela Mota, è stata trucidata nella sua abitazione da un commando armato composto da almeno quattro persone poche ore dopo aver prestato il giuramento da Sindaco. 

Gisela Mota, 33 anni, aveva vinto le elezioni amministrative del Comune di Temixco, nello stato di Morelos, 85 chilometri a sud di Città del Messico. Ieri Mota aveva prestato giuramento e si era insediata nel primo giorno del primo dei tre anni del suo mandato. Solo poche ore dopo il suo insediamento la giovane sindaco Gisela Mota, è stata trucidata nella sua casa a colpi d’arma da fuoco.

I narcotrafficanti per farla fuori hanno deciso di andare sul sicuro. Si sono presentati in quattro, armati fino ai denti. Hanno sfondato la porta della sua casa. L’hanno massacrata. Non le hanno dato scampo. L’hanno dilaniata col piombo. Per uccidere lei e per mandare un messaggio a tutti gli altri. Col cartello non si scherza. Chi lo fa, fa la fine di Gisela Mota.  E prima di lei era toccato al marito, assassinato, e al figlio, rapito nel 2014 e mai più ritrovato.

Nel mese di giugno, nello stato di Guanajuato è stato poi assassinato il sindaco eletto e non ancora insediato di Jerecuaro. Uno dei crimini più incredibili, in Messico, è stato l’assassinio del giornalista Ruben Espinosa, la scorsa estate.

La morte di Gisela Mota è solo l’ultimo omicidio in ordine di tempo in una guerra che annovera ormai migliaia di caduti, anche tra politici, amministratori, giornalisti, poliziotti, donne e migliaia e migliaia di vittime che ancora non hanno un nome. Secondo alcune stime, sono più di 100 i sindaci messicani uccisi nell’ultimo decennio, quasi tutti dai narcos.