Franco Damiano, perito informatico e programmatore, è uno studente dell’Università N. Cusano iscritto  alla facoltà di Giurisprudenza. Il percorso accademico che lo porterà al conseguimento di una laurea in legge viaggia parallelamente ad un altro sogno, quello di fare l’inventore e, nello specifico, di veder commercializzato un suo progetto, un’idea che ha preso vita partendo da una necessità quotidiana e che, man mano, si sta concretizzando attraverso l’impegno, la ricerca, lo studio e la dedizione che Franco riversa ogni giorno nella sua creatura. Ma facciamo un passo indietro. La scintilla che porta Franco ad avere l’intuizione giusta scatta una mattina come le altre all’interno della sua cucina:

“Come ogni giorno mi trovavo in cucina alle prese con un problema ricorrente: organizzare una raccolta differenziata efficiente e trovare una collocazione idonea alla moltitudine di cestini per la raccolta che, oltre ad essere molto ingombranti, sono pure abbastanza anti estetici. Proprio in quella circostanza ho pensato che non poteva essere solo un mio problema e che sarebbe stato utile ideare un elettrodomestico in grado di separare autonomamente la plastica, dal metallo, dalla carta e dal vetro, magari classificando i singoli rifiuti attraverso il codice a barre della confezione. È così che nasce Recycle Bot, un elettrodomestico dalle sembianza e dalle misure di una lavatrice in grado di dividere i materiali in automatico, tramite i codici a barre, o in modalità manuale tramite i pulsanti corrispondenti”.

“Recycle Bot ha preso vita all’interno del mio garage. Il database sul quale poggia è costruito dagli utilizzatori. Nel momento in cui un utilizzatore mostra al lettore un nuovo codice a barre la macchina tramite il display chiede di premere il tasto corrispondente. A seguito della pressione del tasto la macchina registra l’associazione tra codice a barre e materiale”.

“L’elettrodomestico è collegato ad internet tramite connessione WI-FI. In questo modo i dispositivi possono dialogare tra loro scambiandosi le informazioni sulle associazioni effettuate dagli utilizzatori. Questa modalità di costruzione di un unico database centralizzato permette un rapido aggiornamento senza costi aggiuntivi”.

Il collegamento ad internet potrebbe aprire ad una serie di possibilità a beneficio della collettività?

“Certo. Le aziende che si occupano della raccolta rifiuti possono creare un database ad-hoc per il proprio territorio di competenza in modo che la suddivisione dei materiali avvenga in modo corretto rispetto al proprio processo di raccolta e riciclo. Le stesse aziende posso utilizzare i dati generati per effettuare studi statistici che potrebbero utilizzare,  ad esempio, per gestire le flotte dei raccoglitori in modo da concentrare la raccolta nelle zone di maggiore produzione di rifiuti. I dati statistici posso essere utilizzati in modi diversi ed attualmente imprevedibili . Ad esempio anche per capire le abitudini di consumo in determinate zone”.

Il prodotto può considerarsi finito o subirà migliorie e modifiche? Ha intenzione di presentarlo in qualche fiera?

“Attualmente sto lavorando all’ingegnerizzazione del dispositivo in modo da mandarlo in produzione nel caso riesca a trovare i fondi necessari. A gennaio inizierò a seguire il percorso formativo ufficiale del MIT denominato FabAcademy e ho intenzione di partecipare all’edizione di maggio della Maker Faire in California”.

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