Vi ricordate quelle scene mitiche in cui l’Enterprise attraeva a sé asteroidi o navicelle in avaria? Forse non apparteranno più soltanto all’immaginario collettivo degli amanti di fantascienza. Il raggio traente, infatti, sembra essere stato realizzato davvero da un team di scienziati talentuosi. Siete vogliosi anche voi di capire quanto Star Trek stia arrivando nella vita di tutti i giorni? Ecco cosa si sa, al momento, del raggio traente.

SI-PUO’-FAREEEEE urlava un grande Gene Wilder in “Frankenstein Junior” di Mel Brooks. Prendiamo a prestito la frase perché, anche se nessuno ha riportato in vita un cadavere, è accaduto qualcosa di molto interessante. Un team di ricercatori delle Università di Bristol e Sussex, in collaborazione con Ultrahaptics, ha, infatti, inventato e già testato il raggio traente. Sì, avete capito capito bene… quel raggio traente che consentiva al roccioso Capitano Kirk di Star Trek di attrarre oggetti verso la sua nave.

Come funziona il raggio traente?
Ovviamente la spiegazione sarebbe un po’ troppo tecnica. Per renderla più semplice, sarà sufficiente spiegare che, nel loro lavoro, i ricercatori si sono serviti di onde sonore per generare un ologramma acustico in grado di prendere e muovere piccoli oggetti. Una tecnica che potrebbe essere applicata con grande successo, per esempio, per il trasporto e l’assemblaggio di oggetti delicati senza la necessità di alcun contatto fisico.

Bruce Drinkwater, docente dell’università di Bristol, ha spiegato l’entusiasmo circa il raggio traente: “Sapevamo che le onde sonore possono avere effetti fisici, ma qui abbiamo imparato a controllare il suono a un livello mai raggiunto prima”.
Adesso aspettiamo solo che qualche Vulcaniano chieda lo ius solis.