Una nuova truffa informatica corre sul filo del web mettendo a rischio milioni di utenti e di personal computer. Ma da questa nuova truffa informatica ci si può salvare. Innanzitutto conoscendola e poi seguendo alcune semplici regole, come tenere sempre aggiornato il software del proprio pc, acquistare un buon antivirus,  dar vita a settimanali backup dei propri file e, soprattutto, prestando la massima attenzione nei confronti delle  mail che ci arrivano,  soprattutto se non aspettate,  evitando accuratamente di cliccare sui link che contengono o di aprirne gli allegati.

Non sono difficili da seguire i consigli che la polizia postale offre a tutti i naviganti al fine di evitare l’esplosione della nuova truffa informatica ribattezzata “Cryptolocker”, e che da qualche tempo sta diffondendo il panico su internet, così tanto da aver convinto la stessa polizia postale a pubblicarne le misure di prevenzione e contrasto: è di venerdì l’operazione che ha consentito di sgominare un’organizzazione malavitosa per associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo informatico, estorsione on line e riciclaggio dei proventi realizzati proprio attraverso la diffusione di questa nuova truffa informatica, che ha colpito tanto privati cittadini quanto aziende pubbliche e private.

Questa nuova truffa informatica, Cryptolocker,  si sposta tramite email da computer a computer. Ripetendo un copione ormai consolidato,  con l’ignaro utente che riceve sulla propria casella di posta elettronica un messaggio che fornisce indicazioni su inesistenti spedizioni a suo favore oppure contenente un link relativo ad un acquisto effettuato online a anche da altri servizi. Quando si clicca sul link, ma anche aprendo l’allegato, solitamente un documento in formato pdf, il computer viene immediatamente colpito da un virus che subito cifra il contenuto delle memorie dei computer, anche di quelli eventualmente collegati in rete.
Quando il virus si insinua all’interno del pc, parte il ricatto dei criminali informatici che estorcono agli utenti, per riaprire i file e rientrare in possesso dei propri documenti, il pagamento di una somma di alcune centinaia di euro in “bitcoin” (una specie di moneta virtuale che ha però un costo reale) davanti a cui ricevere tramite messaggio di posta elettronica le istruzioni per la decifrazione. “È fondamentale non accettare il ricatto – raccomanda la Polizia – anche perché non è sicuro che dopo il pagamento vengano restituiti i file criptati”.