Alla fine ha vinto Tom Holland. Nel senso che la paura di molti è che l’unico a guadagnarci in questo ennesimo reboot di Spider-Man sia solo lui. Nulla di personale contro il giovanissimo e talentuosissimo attore di origini irlandesi ma la miglior creazione di Stan Lee sta subendo troppi attacchi da parte del marketing. Tobey Maguire, Andy Garfield ed ora Tom Holland: come a dire che un posto da nuovo Spider-Man non si nega a nessuno.
E’ tutta una questione di soldi, come sempre. In questo caso, trattandosi di cinema, è tutta una questione di incassi. Se la novità del primo capitolo Raimi-Maguire, infatti, fruttò 403 milioni di dollari nel 2002, le altre uscite hanno zavorrato il brand “webboso” verso il basso di film in film: 373 milioni il secondo, 336 milioni il terzo, 262 il primo “Amazing” e solo 202 milioni l’ultimo.
Tutto il contrario di quello che pensa la comunità nerd sul tema.
Maguire è sempre stato visto troppo grasso per essere un buon Peter Parker e la Dunst nei panni di Mary Jane Watson ha fatto storcere il naso non poco.
Il reboot di Marc Webb, invece, nonostante l’update della storia ai giorni nostri con la comparsa di skateboard e Google, ha saputo tornare al clima del fumetto ed ha scelto attori fisicamente giusti per la parte con Emma Stone perfetta nel cerchietto acqua e sapone di Gwen Stacy.
Ora la Disney, che ha inglobato Marvel, abbassa ancora l’età del nuovo Spider-Man dando il ruolo a Tom Holland che, dal 2008 al 2010, è stato Billy Elliot sul palco del Victoria Palace Theatre. i puristi sono già svenuti.
Se i teen-agers verranno attratti da questo imberbe arrampica-muri, il gioco sarà valso la candela. Altrimenti si teme un reboot in cui il nuovo Spider-Man andrà all’asilo!