Nella giornata di oggi Nichi Vendola, leader di SEL, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea di Ciancio. Diversi i temi affrontati dal Presidente della Regione Puglia. 
Nichi Vendola sulle Unioni Civili e sul celebration day di oggi a Roma: “Marino ha fatto una cosa buona che rende credibile l’immagine di Roma Capitale del Mondo. Un luogo che è simbolo della mescolanza delle culture e del fatto che oggi è maturo il tempo di esercitare diritti per tutti e per tutte. E’ una vergogna che l’Italia sia agli ultimi posti nella classifica dei diritti civili, questa cosa deve essere sanata, non si può immaginare che un blocco neoclericale possa impedire ancora all’Italia di guadagnare un avanzamento. Già le proposte di legge di cui si discute in Parlamento rappresentano un compromesso e sono un minimo sindacale, tuttavia per noi è importante aprire un varco e fare questo passo in avanti”. Vendola è appassionato nella sua arringa: “La cultura diffusa è contraddittoria nella società con tematiche che un tempo erano tabù ma contemporaneamente nella società ci sono anche minoranze omofobe che rivendicano un presunto diritto, quello di offendere, di insultare, di negare la libertà di chi sta semplicemente rivendicando il diritto a non vivere in clandestinità e a raccontare fino in fondo la natura del proprio desiderio. Il parlamento è uno specchio della società, anche se è un passo indietro rispetto alla gente, perché le elite dirigenti del nostro paese hanno praticato la doppia morale, basta pensare ai siparietti legate alle notti brave e alla spregiudicatezza nei costumi ma moralisti per motivi elettorali nelle piazze e in tv. Questo è frutto di una ipocrisia che va abbattuta. Il regime dell’ipocrisia deve essere scardinato, perché tante vite ne sono prigioniere e molti adolescenti si affacciano alla vita con tanta paura, preoccupati dalla ferocia di uno stigma sociale di una società che ancora non vive la diversità come una ricchezza. La democrazia non è soltanto il pluralismo dei partiti, ma è anche il pluralismo delle forme di vita. Tanti sindaci si stanno battendo bene, ma sono contrastati da un Ministro dell’Interno che continua ad operare come un feldmaresciallo ottocentesco”.
Nel corso del proprio intervento, Nichi Vendola è tornato sulla sua voglia di avere un figlio: “In altre società è consentito il diritto all’adozione e il matrimonio. Anche qui si tratta di parlare non per temi astratti, ma conoscendo. Ad esempio la realtà delle famiglie arcobaleno o delle famiglie omogenitoriali. E’ un pezzo di mondo che esiste e non credo che sia una minaccia per la famiglia tradizionale. La povertà e la crisi economica sono una minaccia per la famiglia tradizionale.
Da Nichi Vendola una battuta sulla riforma della scuola: “Ne penso tutto il male possibile. Puzza di autoritaritarismo, ha dentro di sé una grave malattia, quella di organizzare il mondo della scuola attorno alla figura di un preside podestà, che ha il potere di reclutare il personale docente e questo significa che il rischio di avere docenti allineati ai suoi convincimenti è enorme. Un preside omofobo, ad esempio, arruorelerà insegnanti bigotti, e questo lede l’articolo 33 della nostra costituzione. Il tumulto del mondo della scuola è sacrosanto. Era difficile immaginare che si potesse fare peggio della Gelmini. Renzi ci è riuscito”.
Sull’idea di una nuova sinistra, tra gli esuli del Pd, SEL e Coalizione Sociale, Nichi Vendola ha le idee chiare: “Una grande sinistra, di cui il paese ha bisogno, può nascere soltanto confrontandosi con i dilemmi veri del nostro tempo, su tematiche che dovrebbero spingere la politica ad essere meno ignorante, a connettersi ai saperi del nostro tempo. Una sinistra che nascesse soltanto sulla somma algebrica di tante schegge sconfitte non avrebbe un grande futuro davanti a sé, noi invece dobbiamo interrogare il lavoro precario, il coworking, le performance delle start up innovative, di immaginare politiche industriali che sappiano davvero proporsi come alternative a un modello fondato sulla competizione sul costo del lavoro e invece a un modello puntato sulla competizione sulla qualità dei prodotti. Insomma, la sinistra deve assumere la questione di genere e la questione generazionale come grandi terreni di ricerca, confronto ed elaborazione di un programma per il futuro. Questo dobbiamo fare, non soltanto costruire una casa più grande per chi va via dall’ex Pd, ormai diventato partito della nazione o per chi da tempo è andato via da tutto ed è scivolato nell’astensionismo”.