Con l’Expo ormai alle porte, con il cibo e l’alimentazione a fare da filo conduttore dell’esposizione universale, cresce in modo esponenziale l’attenzione per due aspetti strettamente legati al mangiare sano: la qualità alimentare abbinata alla massima sostenibilità. È su queste due ineludibili premesse che ruota il progetto “Colture orticole protette zero CO2”, finanziato attraverso il programma di sviluppo rurale della regione Campania 2007-2013 e presentato in questi giorni a Calvi del Sannio, in provincia di Benevento.

Quello di cui parliamo è un progetto innovativo che mira a risparmiare fino al 97% di energia rispetto a quanta ne viene impiegata ora negli impianti per così dire tradizionali, ovvero le serre con i loro processi di produzione. I punti di forza dell’iniziativa sono la qualità alimentare, la sostenibilità e la riduzione al minimo dell’impatto ambientale. L’idea, presentata in un convegno, ha visto la partecipazione di Fondazione Futuridea rappresentata dal presidente Carmine Nardone, in sinergia con l’Università degli studi Federico II di Napoli, Coldiretti Benevento, Impresa Verde Campania Srl e le amministrazioni locali.

L’innovazione è stata applicata dall’azienda agricola D’Aloia Pasqualina che ha acconsentito alla costruzione di una serra con copertura fotovoltaica, all’interno della quale è stato sperimentato con successo un sistema di luce “personalizzata” per singola specie vegetale in grado di garantire la fotosintesi con un risparmio fino al 97% rispetto all’illuminazione tradizionale. Le lavorazioni necessarie per la coltivazione vengono effettuate con l’ausilio di prototipi di macchine e attrezzature elettriche dotate di batterie ricaricabili, realizzate dall’azienda partner Oelle Srl.

Il progetto si completa con un’applicazione inedita della tecnologia Rfid che consente di realizzare una tracciabilità e rintracciabilità di facile uso per ipovedenti e non vedenti, grazie a un lettore speciale, denominato “scritto-letto”.

Il presidente di Futuridea Nardone ha dichiarato: “Il cibo è un elemento fondamentale per l’uomo, ma lo sfruttamento delle terre ha provocato danni all’ambiente. E la serra innovativa, frutto di questa sperimentazione, è stata pensata proprio per produrre cibi in condizioni di massima sostenibilità in un’ottica di rispetto del paesaggio agrario che non può essere clonato, ma rappresenta un bene preziosissimo che va considerato guardando al passato, non con nostalgia ma per fare meglio”.