Edoardo Ferrario, autore e al contempo protagonista della serie web “Esami”. Come ti è venuta l’idea di riportare il mondo dell’università, rivisitato e corretto attraverso il tuo sarcasmo e la tua ironia, in una serie di episodi in cui le avventure di studenti comuni consentono agli spettatori di rivivere loro stessi il periodo degli studi universitari, con i suoi problemi e le sue criticità?

“La serie è nata proprio all’università, visto che, tra le altre cose, io mi sono laureato in Giurisprudenza a Maggio. Io sono un universitario e ho riportato nei girati le mie esperienze e quelle dei miei amici, tutte le esperienze, anche le più traumatiche, sono fatti di vita vissuta”.

Come mai la scelta del web?

“Il web non è stata una vera e propria scelta. All’inizio non si pensava alla rete come mezzo di diffusione. Piuttosto avevo paura della televisione, dei tempi di realizzazione troppo lunghi e del rischio di dover scendere a compromessi e cambiare lo spirito della serie. Ho preferito rinunciare ai pochi soldi che sarebbero derivati dall’acquisto della serie e ho preferito mantenere il controllo del mio prodotto e di caricarlo su Youtube”.

Qual è il tuo background?

“Io sono un comico, faccio stand-up comedy con uno stile più vicino a quello dei comici americani. In un mio spettacolo al cinema Palazzo di Roma mi ha visto Sabina Guzzanti e mi ha portato in tv con “Un, due, tre, Stella”. Dopo qualche altra esperienza c’è stata Esami-La Serie”.

Qual è il personaggio della tua serie che ti ha più divertito nell’interpretarlo?

“Probabilmente l’assistente di economia, un personaggio divertente, tipico di Roma nord, originario del triangolo Vigna Clara, Cassia, Fleming”.

Il successo ottenuto sul web ha portato qualche produttore tv a bussare alla tua porta?

“Fortunatamente sì, e questo anche perché oggi si guarda con molto attenzione ai prodotti della rete. L’aver rinunciato qualche mese fa alle proposte che mi erano arrivate, mi consente oggi un margine di movimento più ampio e di portare in tv la mia idea intatta, così come l’ho pensata”.