31 Dec, 2025 - 12:31

"E.T. L'Extraterreste" come finisce, trama e dov'è stato girato il cult?

"E.T. L'Extraterreste" come finisce, trama e dov'è stato girato il cult?

Dal momento in cui la piccola creatura aliena atterra per errore sulla Terra, "E.T. L’Extraterrestre" ha conquistato il cuore di milioni di spettatori.

Diretto da Steven Spielberg nel 1982 e scritto da Melissa Mathison, il film racconta la straordinaria amicizia tra Elliott, un ragazzino di dieci anni, e E.T., l’alieno rimasto bloccato sul nostro pianeta. Tra emozioni, magie e un pizzico di nostalgia anni '80, la storia ha incantato generazioni.

Ma cosa succede realmente nella trama, come finisce il film e dove è stato girato il cult? Se siete pronti a rivivere ogni dettaglio - sì, anche gli spoiler più commoventi - siete nel posto giusto.

Trama di "E.T. L’Extraterrestre"

Tutto inizia quando una razza di piccoli alieni arriva sulla Terra per raccogliere campioni di piante nella foresta della California.

Uno di loro, incuriosito dalle luci di un quartiere abitato, si separa dal gruppo e viene accidentalmente abbandonato quando gli altri alieni devono tornare sulla loro nave per sfuggire agli agenti del governo.

È qui che entra in scena Elliott, un bambino di dieci anni che scopre l’alieno nel capanno dietro casa. Inizialmente spaventato, Elliott decide di nutrirlo lasciando una scia di Reese’s Pieces fino alla sua stanza. La creatura viene battezzata E.T., e il legame tra i due cresce rapidamente.

Ben presto Elliott coinvolge anche il fratello maggiore Michael e la sorellina Gertie.

I tre cercano di nascondere E.T. alla madre Mary, una madre single impegnata e laboriosa, mentre l’alieno inizia a mostrare le sue incredibili capacità: telecinesi, guarigioni lampo e persino la capacità di comunicare con un dispositivo improvvisato per "telefonare a casa".

Tra giochi, esperimenti e piccoli incidenti - come le rane liberate in classe da Elliott - l’amicizia tra E.T. e i bambini si approfondisce, diventando un vero e proprio legame emotivo che va oltre qualsiasi differenza di specie.

Halloween diventa il momento chiave: i bambini travestono E.T. da fantasma per trasportarlo di nascosto nella foresta, dove installano il dispositivo per contattare il suo popolo. Elliott, diviso tra l’affetto per l’alieno e il desiderio di trattenerlo con sé, sperimenta per la prima volta il dolore di un addio inevitabile.

Il finale di E.T.: lacrime, magia e biciclette volanti

Il finale di E.T. è un concentrato di emozioni che ha segnato la storia del cinema. Dopo che il dispositivo di comunicazione è completato, E.T. invia il messaggio al suo popolo, ma la situazione precipita: gli agenti governativi scoprono l’alieno e mettono in quarantena la casa dei Taylor.

E.T. cade gravemente malato mentre Elliott, contaminato dalla connessione psichica con lui, perde energie e forza. È uno dei momenti più struggenti del film: la fragilità di entrambi i personaggi mostra quanto sia profondo il loro legame.

Quando Elliott gli confessa il suo amore e il suo affetto, il cuore di E.T. si illumina e riprende vita. Arriva la nave madre degli alieni, pronta a riportarlo a casa, e la scena iconica della fuga in bicicletta diventa leggenda: Elliott e Michael volano sulle loro biciclette con E.T. accanto, sorvolando i posti di blocco e la città, in un momento di pura magia cinematografica.

L’alieno regala un ultimo crisantemo a Gertie, simbolo della vita che ha restituito, e posa il suo dito luminoso sulla testa di Elliott, promettendo che sarà sempre con lui. La nave decolla, lasciando un arcobaleno nel cielo e concludendo la storia con un mix perfetto di commozione e meraviglia.

Dove è stato girato "E.T.": tra California e magia del set

Le riprese principali di "E.T." sono iniziate l’8 settembre 1981 nei quartieri della contea di Los Angeles e nella San Fernando Valley.

Il progetto era inizialmente noto con il nome in codice "A Boy’s Life", per evitare fughe di notizie e copie della trama. Le prime scene si sono girate alla Culver City High School, seguite da location a Northridge e Tujunga.

La maggior parte delle riprese interne, compresa la casa dei Taylor, si è svolta presso i Laird International Studios di Culver City, mentre le scene nella foresta e il climax con le biciclette volanti sono stati girati in una sequoia vicino a Crescent City e a Porter Ranch.

Spielberg ha scelto di girare il film in ordine cronologico, una decisione insolita ma geniale, per ottenere performance emotivamente convincenti dai giovani attori.

Questa scelta ha permesso ai bambini di vivere realmente l’evoluzione del loro rapporto con E.T., rendendo le scene finali di addio e quarantena incredibilmente autentiche. La troupe ha utilizzato effetti pratici, burattini e controfigure BMX per la sequenza iconica delle biciclette, creando un’illusione perfetta di volo.

Retroscena e curiosità delle riprese

Il film ha richiesto attenzione maniacale ai dettagli: tutti sul set indossavano badge identificativi, e gli adulti, tranne Dee Wallace, non venivano ripresi dalla vita in su nella prima metà per mantenere la prospettiva dei bambini.

La scena in cui E.T. si traveste da peluche nell’armadio è stata un’idea suggerita da Robert Zemeckis, mentre il dispositivo di comunicazione della creatura è ispirato dai fumetti di Buck Rogers.

Gli effetti speciali sono stati supervisionati da Carlo Rambaldi, mentre le riprese cronologiche hanno reso il cast giovane emotivamente connesso con l’alieno, creando momenti indimenticabili che hanno contribuito a rendere E.T. un film immortale.

Come ricordato dall’attore Sean Frye, che interpretava Steve, "stavamo su piattaforme che si muovevano per simulare il volo in bicicletta, e tutto sembrava reale… era incredibile".

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