"Un anno difficile", il film francese del 2023 diretto da Éric Toledano e Olivier Nakache, arriva sul piccolo schermo con la formula che il duo conosce bene: commedia popolare con un tocco sociale.
Ambientato alla vigilia di eventi che avrebbero cambiato il mondo, il film racconta la storia di Albert e Bruno, due amici improvvisamente catapultati in situazioni grottesche, tra debiti, azioni ecologiste e caos urbano.
Con Pio Marmaï e Alban Ivanov in ruoli principali, la pellicola mescola ironia, sarcasmo e riflessioni sul nostro stile di vita, il tutto condito da situazioni al limite dell’assurdo. Tutto ciò che c'è da sapere sull'irriverente commedia francese: trama, location e finale.
La vicenda si apre durante il Black Friday del 2019, in un centro commerciale in pieno delirio da shopping. Alcuni attivisti ambientalisti tentano di fermare la folla, ma i clienti, tra cui Albert Laprade, reagiscono con frenesia.
La scena iniziale è quasi surreale: la musica de La valse à mille temps di Jacques Brel accompagna la ressa, le urla e i piccoli furti tra scaffali.
Albert, senza casa e facchino all’aeroporto di Roissy, si distingue per la sua astuzia e una certa propensione a piccoli traffici e finisce per comprare un televisore da rivendere a Bruno Ambrosi, sovraindebitato.
Bruno, in preda a pillole e confusione, cade privo di sensi, e Albert risponde al telefono di emergenza: Henri, volontario di un’associazione contro il sovraindebitamento. Qui scatta la scintilla: Henri vede in Albert un potenziale "salvato" e lo invita a unirsi all’associazione.
Nel frattempo, Albert inizia a frequentare il gruppo di attivisti Objectif Terre, partecipando ad azioni di protesta grottesche ma simboliche: blocchi stradali, versamento di liquido rosso sui gradini del Trocadéro e addirittura infiltrazioni in sfilate di alta moda.
In questo contesto, Albert incontra Cactus, leader carismatica del gruppo. La ragazza ha un codice personale: niente relazioni finché il mondo non compie passi concreti verso la transizione ecologica. Albert cade inevitabilmente sotto il suo fascino.
A complicare le cose per Albert ci sono anche alcuni "ostacoli pratici": il suo fascicolo per la cancellazione dei debiti viene giudicato inammissibile, soprattutto a causa delle sue bugie.
Nonostante ciò, insieme a Bruno, cerca di fare la mossa più audace: entrare negli uffici della Banca di Francia fingendosi esperti di finanza per correggere la dicitura "inammissibile" in "ammissibile". Il risultato? Fallimento clamoroso e umiliazione pubblica davanti agli attivisti.
Il colpo di scena arriva quando Quinoa, membro del gruppo, mostra un video che ritrae Albert mentre si comporta in modo disonesto: approfitta dei blocchi stradali per chiedere soldi, ruba abiti durante la sfilata, critica aspramente gli attivisti.
Albert viene allontanato dal gruppo, ma il suo ritorno è segnato da un’azione coraggiosa: un blocco all’aeroporto che lo riabilita agli occhi di tutti.
Il gran finale si svolge durante la primavera del 2020, in pieno confinamento legato al Covid-19. Cactus, investita da un veicolo durante le azioni del gruppo, entra in coma. Albert le fa visita in ospedale e, quando si sveglia, la porta a vedere le strade deserte di Parigi.
Qui, tra animali selvatici e silenzio urbano, Albert le mostra che il mondo ha effettivamente cambiato passo: meno traffico, meno consumo sfrenato e una parvenza di calma globale.
Il momento clou, quasi poetico, è la scena in cui Albert e Cactus ballano al suono de La valse à mille temps nelle strade vuote. È un segno di rinascita, di speranza e di connessione con ciò che conta davvero. Alle 20:00, le finestre si aprono e gli abitanti applaudono: un momento simbolico che unisce comunità, ecologia e umanità.
Albert trova anche una dimensione di stabilità personale: Henri continua la sua missione educativa, Bruno si reinventa, e Albert sembra finalmente libero dai suoi debiti e dalle proprie piccole truffe.
Le riprese di "Un anno difficile" hanno mescolato location reali e set studiati. Alcune scene chiave sono state girate all’aeroporto di Châteauroux-Déols, anche se il film fa credere allo spettatore di essere a Roissy.
Le riprese notturne hanno coinvolto comparse e personale aeroportuale, creando un effetto realistico e allo stesso tempo leggermente surreale, perfetto per il tono della commedia.
Parigi è protagonista tanto quanto gli attori. La città è stata al centro delle scene di protesta e delle passeggiate post-confinamento.
Le strade deserte, il Trocadéro e le sfilate di moda contribuiscono a dare al film un’estetica contemporanea, ironica e socialmente consapevole, che accompagna la riflessione leggera sul consumo, i debiti e il ruolo dell’attivismo ambientale nella vita quotidiana.