La Procura di Genova e la Dda nazionale antimafia hanno disposto 17 perquisizioni in diverse regioni italiane, tra cui Genova, Milano, Roma, Torino, Bologna, Bergamo, Firenze, Monza Brianza, Lodi e Sassuolo, entrando nelle abitazioni di Mohammed Hannoun, presidente dell'Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP), i suoi familiari e altri indagati, oltre che nelle sedi dell'associazione e di gruppi satellite.
L'operazione, eseguita da Digos e Guardia di Finanza, ha portato al sequestro di circa 1.080.000 euro in contanti, insieme a computer, una bandiera di Hamas e dispositivi elettronici nascosti.
Le indagini rivelano un presunto sistema di finanziamento illecito a Hamas, con 7 milioni di euro raccolti sotto la copertura di iniziative benefiche per Gaza e reindirizzati al gruppo terroristico.
I contanti, per un totale di oltre un milione di euro, erano occultati con tecniche rudimentali ma efficaci nelle residenze private e nei garage degli indagati.
A Sassuolo, 560.000 euro sono stati rinvenuti in un vano appositamente ricavato in un garage, mentre a Lodi computer e banconote erano nascosti in un'intercapedine di una parete.
Altre somme, come 6.000 euro in un appartamento, erano divise in mazzette con annotazioni a penna sul centro di provenienza urbano, eludendo così bonifici tracciabili e scanner digitali.
Gli esperti sottolineano che questi metodi low-tech, supportati da consegne frazionate via "mule" familiari, permettono di gestire flussi ingenti senza lasciare impronte elettroniche, rendendo il contante ideale per reti sovversive.
L'indagine conta ora oltre 25 indagati, dopo i 9 arresti iniziali (7 in carcere, 2 latitanti in Turchia e Gaza), con Hannoun indicato come vertice della cellula italiana di Hamas.
Tra loro la moglie e due figli di Hannoun, accusata la prima di essere consapevole della destinazione dei fondi e i figli di averli trasportati o contattato intermediari.
Coinvolti anche esponenti di associazioni pro-Palestina, con legami internazionali in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra emersi da intercettazioni.
Le perquisizioni della Guardia di Finanza hanno portato anche al sequestro di materiale probatorio come una chiavetta USB con cori pro-Hamas, pc e telefoni in attesa di analisi forensi.
I pm di Genova ipotizzano un network piramidale per deviare aiuti umanitari post-7 ottobre 2023 verso scopi militari. Tra gli indagati, anche la giornalista Angela Lano, direttrice del sito Infopal: per gli inquirenti, era funzionale alla propaganda della cellula.