Ancora qualche giorno e staremo nel 2026. Ma a pagina otto del Fatto Quotidiano di oggi, un'intervista di Antonello Caporale a Marta Collot, co-portavoce di Potere al Popolo, ci rimanda tutti indietro al Novecento.
E già, perché Collot parla di rivoluzione, di Antonio Gramsci, riabilita persino un dittatore come Fidel Castro mettendolo nel pantheon del movimento che ha fondato otto anni fa con Giuliano Granato. E parla ancora di padroni, classe operaia, conflitti di classe. Retrocedendo addirittura nell'Ottocento di Carlo Marx.
E vabbè: preparatevi per questo ritorno al passato, questo viaggio a ritroso. All'insegna dello zero virgola ma di tante, tantissime manifestazioni di piazza, scioperi, blocchi, bandiere palestinesi, cori pro Hamas, anche se questi ultimi dettagli, a dire la verità, Caporale li omette. Forse per paura di chiedere alla Collot cosa ne pensa del caso Hannoun. O dei cori antisemiti che si odono anche nelle manifestazioni di Potere al Popolo.
Ma tant'è: allacciate le cinture di sicurezza.
E comunque: mettetevi comodi, che bisogna fare la rivoluzione. Antonello Caporale attacca l'intervista a Marta Collot, 32 anni, veneta di Treviso, insegnante di musica in una scuola media di Genova, con queste parole dell'attivista:
Insomma, roba seria: affrettatevi a mangiare il panettone, che tra poco in Italia non ci sarà più la proprietà privata: questo avrà pensato Caporale precipitandosi subito a chiedere alla co-fondatrice di Potere al Popolo cosa intende per rivoluzione:
Guai a osservare che comunque, dopo la loro rivoluzione quotidiana, anche i militanti di Potere al Popolo si ritirano a casa, si sdraiano sul divano, si sistemano (con questo freddo) una copertina addosso, e magari accendono la tv per vedere una bella serie: non ci provate nemmeno a definirli "rivoluzionari da salotto":
Capito? Siamo nella Russia del 1917 e non ce ne siamo accorti.
Non ce ne siamo accorti perché Potere al Popolo attira più invettive da parte degli automobilisti che rimangono intrappolati nel traffico in seguito ai loro cortei che voti.
Caporale si è fatto anima e coraggio e gliel'ha detto in faccia alla Collot: Potere al Popolo veleggia intorno allo zero virgola...
Marta Collot, però, nel frattempo, si sacrifica, come i protomartiri:
Del resto, quello delle piazze piene e delle urne vuote è un vecchio problema dell'estrema sinistra. Ma che non impedisce alla Collot di continuare a credere nel conflitto più che nelle campagne elettorali propedeutiche a delle elezioni democratiche:
Ecco un altro classico della narrativa dell'estrema sinistra: i compagni che sbagliano: Caporale, a questo punto, ha notato che Potere al Popolo ce l'ha più con la sinistra che con la destra:
Essere o non essere, questo è il problema: diceva il poeta. Ma Shakespeare non c'è nel pantheon di Potere al Popolo. E nemmeno Enrico Berlinguer:
ha dichiarato a tal proposito Collot. Beh, forse già è qualcosa che non abbia citato né qualcuno della cerchia di Putin contro la Nato né di quella di Hamas contro Israele. Per essere tempo di rivoluzione...