24 Dec, 2025 - 17:45

Israele, prorogata la legge che consente la chiusura dei media stranieri fino al 2027: il caso Al Jazeera

Israele, prorogata la legge che consente la chiusura dei media stranieri fino al 2027: il caso Al Jazeera

Il Parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato la proroga di una controversa legge che consente al governo di sospendere le attività dei media stranieri ritenuti una minaccia per la sicurezza nazionale anche in assenza di uno stato di emergenza. La misura, nota come “legge Al Jazeera”, resterà in vigore fino al 2027 e arriva in un momento di crescente tensione sul ruolo dell’informazione in Israele tra I timori per la libertà di stampa.

Israele, la proroga della legge sui media stranieri

La Knesset ha approvato la proroga della legge che consente al governo di chiudere le emittenti straniere che operano nel paese fino al 2027.

La norma è stata approvata con 22 voti a favore e 10 contrari.

La legge autorizza quindi l’esecutivo israeliano ad utilizzare i poteri concessi durante la guerra nella Striscia di Gaza per chiudere i media considerati una minaccia alla sicurezza nazionale anche in tempo di pace. Con l’approvazione della normativa, il governo non necessiterà di un ordine del tribunale per ricorrere a questo strumento, rafforzando così il margine d’azione dell’esecutivo in materia di sicurezza e informazione.

La “legge Al Jazeera”

La norma, ampiamente nota come “legge Al Jazeera”, è stata utilizzata per chiudere gli uffici di quell’emittente televisiva e bloccarne le trasmissioni nel maggio del 2024.

Tel Aviv aveva accusato Al Jazeera, di proprietà del Qatar, di sostenere Hamas nella propria copertura mediatica, oltre a manifestare un atteggiamento ritenuto pregiudizialmente anti-israeliano. L’emittente, dal canto suo, ha respinto le accuse e ha condannato le azioni di Israele, definendole un attacco diretto alla libertà di stampa.

L'uso dellaa legge era stato originariamente previsto durante il periodo dello stato di emergenza dichiarato all’inizio della guerra, scoppiata nell’ottobre 2023. Tuttavia, nonostante il Parlamento israeliano abbia votato per la fine dello stato di emergenza l'1 dicembre 2025, la normativa consente ora l’adozione di tali misure anche in assenza di un regime emergenziale.

Chiusura della radio dell’esercito e nuove polemiche

Il via libera della Knesset all’estensione della legge è arrivato poche ore dopo l’approvazione, da parte del governo israeliano, di un piano per chiudere la radio dell’esercito. La stazione, pur essendo gestita dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), manteneva una certa indipendenza editoriale.

La cessazione delle attività è prevista per l'1 marzo 2026.

Secondo il ministro della Difesa e promotore del piano, Israel Katz, la radio “non funge più da portavoce e da orecchio per i soldati e trasmette contenuti politici e divisivi che non sono in linea con i valori dell’IDF”.

Con l’estensione della legge sui media stranieri e la decisione di chiudere anche la radio dell’esercito, il governo israeliano rafforza il proprio controllo sul panorama mediatico nazionale e internazionale che opera nel proprio paese. Una strategia che, se da un lato viene giustificata con esigenze di sicurezza, dall’altro alimenta un dibattito sempre più acceso sui limiti del potere esecutivo e sul futuro della libertà di informazione.

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