23 Dec, 2025 - 20:09

La dura vita del giovanissimo tifoso della Fiorentina

La dura vita del giovanissimo tifoso della Fiorentina

Sarà perché anche io sono da sempre tifoso della Fiorentina ma la storia di Tommy mi ha colpito. L’ho letta su La Nazione e dal giornale è rimbalzata sui social.

E’ dura la vita per Tommy con il cuoricino che batte viola in una scuola elementare in terra lombarda dove i coetanei stravedono per le strisce rossonere o nerazzurre che siano. Il Nostro piccolo eroe, 7 anni, sgrana invece gli occhi sono quando vede il Giglio stampato sul petto dei suoi eroi. 

Il quotidiano scrive che “se già è difficile a condizioni normali portare avanti la tua piccola fede quando tutti i tuoi amichetti ne hanno un’altra, figurarsi quanto lo diventa quest’anno con una Fiorentina disastrata che ha fatto venire, almeno fino all’exploit della speranza di domenica sera contro l’Udinese, le lacrime agli occhi anche ai tifosi più attempati”. 

Forza Tommy, intanto pensiamo alla salvezza e poi arriverà il momento della gloria

Giorni fa mamma Vania, toscana della Lucchesia trapiantata a Lodi dal 2008, città dove sono nati Tommy e sua sorella Viola (che però non la tifa...) raccontò sui social degli sberleffi che il figlioletto doveva subire ogni giorno in classe per le sconfitte puntualissime della sua squadra del cuore. 

Nessuna sfuriata, ci mancherebbe, si tratta pur sempre di prese di giro innocenti come quelle che possono esserci tra bimbi di seconda elementare ma proprio perché trattasi di un bambino possono in qualche modo ferire. Ma – raccontava la mamma – il piccolo Tommy, nonostante il disastroso rendimento della sua Fiorentina, non si è mai perso d’animo e ha continuato ogni lunedì mattina a presentarsi in classe con il giubbotto viola e alla mamma ha detto “Pazienza, anche se andiamo in serie B, io sono contento lo stesso perché lo vedi quanti tifosi come me ci sono?”. Sì, siamo tanti come te caro Tommy e ti siamo vicini. E prima o poi (speriamo prima) avrai la soddisfazione di festeggiare intanto la salvezza e poi, chissà, uno scudetto come toccò a me nel ‘68-69 con la magica Fiorentina di Superchi, Rogora, Mancin…Erano loro i miei, i nostri, campioni.

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