23 Dec, 2025 - 11:11

Caso Garlasco, tra nuove evidenze e attese: cosa aspettarsi dal 2026? Intervista a Gianluca Zanella

Caso Garlasco, tra nuove evidenze e attese: cosa aspettarsi dal 2026? Intervista a Gianluca Zanella

Il caso di Garlasco continua a rappresentare una delle vicende più complesse e controverse della cronaca giudiziaria italiana. A distanza di anni dall’omicidio di Chiara Poggi, e nonostante un lungo iter processuale, la ricerca di una verità definitiva appare ancora un po’ lontana. Oggi, il dibattito si riaccende alla luce delle nuove evidenze emerse nell’ambito dell’incidente probatorio, e altre indiscrezioni sulla BPA del giugno scorso che riportano l’attenzione su dettagli tecnici rimasti a lungo ai margini del racconto pubblico.

Tra questi, assume particolare rilievo l’analisi dell’impronta di una scarpa individuata sul primo gradino della scala dove venne rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. Un elemento che, secondo quanto emerso, è oggetto di una nuova valutazione in termini di compatibilità, dinamica e collocazione temporale. Un dettaglio tecnico che, da solo, non fornisce risposte definitive, ma che contribuisce ad aumentare la complessità di un quadro che parrebbe già stratificato.

Gianluca Zanella non si sorprende 

Proprio in questo contesto si inserisce l’intervista a Gianluca Zanella, al quale è stato chiesto se si aspettasse che, dopo tutte le evidenze raccolte nel tempo, il caso di Garlasco potesse arrivare fino alla fine di dicembre senza una conclusione netta, né in un senso né nell’altro.

Secondo Zanella, non deve sorprendere che procedimenti così delicati e tecnicamente complessi richiedano tempi lunghi. Riaprire nodi scientifici, analizzare reperti e confrontare perizie significa procedere con estrema cautela.

Oggi, quasi sicuramente, è sempre più diffusa la percezione che la posizione di Alberto Stasi si stia progressivamente orientando verso una prospettiva di non colpevolezza, alla luce delle criticità emerse nel tempo e delle nuove valutazioni tecniche. Tuttavia, è fondamentale ricordare che ogni valutazione definitiva spetta esclusivamente alla magistratura, e non al tribunale dell’opinione pubblica, prendere una decisione.

Pazienza, una virtù

La storia giudiziaria insegna che la pazienza, in casi come questo, non è una virtù accessoria ma una necessità. Anche il fatto che il procedimento sia arrivato alla fine dell’anno senza una conclusione definitiva non deve rappresentare un fallimento, ma piuttosto il segno di un’attenzione finalmente rivolta ai fatti e non al rumore che li circonda.

 

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