La grazia non è solo il titolo dell'ultimo film di Paolo Sorrentino nelle sale a Natale, ma anche un istituto giuridico previsto dall'articolo 87 della nostra Costituzione che oggi il direttore Vittorio Feltri invoca a favore di Alberto Stasi.
Feltri è stato sempre un innocentista nei suoi confronti. Ma, dopo le ultime novità emerse dall'incidente probatorio, lo è in maniera definitiva, tanto da chiamare in causa il Presidente Mattarella.
Solo lui, il Capo dello Stato, a questo punto, può intervenire per fare giustizia verso chi è stato condannato ingiustamente per l'omicidio della sua ragazza, Chiara Poggi.
Solo lui può porre riparo a quello che, a quel punto, sarebbe riconosciuto come uno dei più gravi casi di mala giustizia mai verificatisi nel nostro Paese.
Altro che film di Sorrentino. Qui, nella realtà, c'è da rabbrividire.
Ma cosa ha scritto di preciso Vittorio Feltri oggi sul Giornale rivolgendosi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella?
Gli ultimi colpi di scena del processo hanno spinto il direttore a mettere nero su bianco questo:
Feltri si appella all'articolo 87 comma 11 della Costituzione, quello che dà al Capo dello Stato il potere di concedere la grazia e commutare le pene.
La goccia - per così dire - che ha fatto traboccare il vaso, a parere di Feltri, è costituita dal fatto che, in aula, durante l'incidente probatorio sul delitto di Garlasco, "è accaduta una cosa che dovrebbe far tremare vene e polsi a chiunque abbia a cuore non dico la giustizia, ma il buon senso":
Tanto più pesante, a parere del direttore, perché "in un processo che per anni è stato privo di prove".
L'incidente probatorio, per Feltri, ha fatto scaturire "una prova scriminante" per Stasi:
Quindi, bisogna riparare il torto.
E chi, a questo punto, se non il Presidente della Repubblica, può ridare l'onore ad Alberto Stasi?
Per questo Vittorio Feltri chiede per lui la grazia presidenziale:
Chissà Sergio Mattarella si dimostrerà della stessa opinione.