20 Dec, 2025 - 12:24

Epstein Files, il grande svelamento: migliaia di dossier online ma la verità è ancora oscurata

Epstein Files, il grande svelamento: migliaia di dossier online ma la verità è ancora oscurata

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha iniziato a pubblicare online migliaia di pagine di dossier federali sul caso di Jeffrey Epstein, incluse nuove foto e materiali investigativi, ma la divulgazione è parziale e pesantemente oscurata.

La messa online proseguirà nelle prossime settimane, mentre cresce lo scontro politico sul rispetto della legge che impone la trasparenza sugli atti del controverso finanziere morto in carcere nel 2019.​

Cosa è stato pubblicato

La nuova “Epstein Library” del Dipartimento di Giustizia raccoglie documenti, foto, audio e video prodotti nell’ambito delle indagini federali in Florida e a New York, oltre a materiali processuali legati anche alla co‑imputata Ghislaine Maxwell.

Si parla di centinaia di migliaia di pagine, che includono verbali dell’FBI, rapporti di polizia, file digitali sequestrati e atti civili e penali legati a Epstein, alla sua rete e al suo patrimonio.​

L’avvio della pubblicazione risponde all’“Epstein Files Transparency Act”, una legge approvata quasi all’unanimità dal Congresso e firmata a novembre dal presidente Donald Trump, che impone di rendere pubblici tutti i materiali non classificati in possesso di Dipartimento di Giustizia, FBI e procure federali entro 30 giorni.

La piattaforma del DoJ, inizialmente priva di motore di ricerca come richiesto dalla norma, è stata resa consultabile solo in un secondo momento, segno delle difficoltà tecniche e politiche legate all’operazione.​

Nuove foto e nomi eccellenti

Nel pacchetto di documenti emergono migliaia di nuove immagini che ritraggono Epstein in contesti privati e pubblici, spesso in compagnia di personaggi famosi del mondo politico, economico e dello spettacolo.

Tra le foto più discusse figurano nuovi scatti dell’ex presidente Bill Clinton, compresa un’immagine che lo ritrae in una vasca idromassaggio con una persona il cui volto è oscurato e che il Dipartimento ha confermato essere una vittima degli abusi.​

Altre immagini mostrano l’interno delle residenze di Epstein, in particolare la casa di Manhattan, con la camera da letto, l’arredamento a sfondo sessuale e oggetti come un tigre tassidermizzata che restituiscono l’atmosfera disturbante delle sue proprietà.

Compaiono anche foto di altre figure note, come il giornalista Walter Cronkite e il musicista Michael Jackson, oltre a scatti d’archivio di feste, viaggi e incontri mondani su cui il Dipartimento insiste nel precisare che la sola presenza in foto non implica responsabilità penali.​

Ombre di censura e scontro politico

Nonostante l’enorme volume di materiale caricato, il Dipartimento di Giustizia ha ammesso di non aver rispettato la scadenza fissata dalla legge, annunciando che altre tranche di documenti saranno rese pubbliche entro fine anno.

Il vice ministro della Giustizia Todd Blanche ha parlato della necessità di una pubblicazione “a scaglioni” a causa della mole di atti da esaminare, ma ciò non ha evitato accuse di opacità.​

Molti file risultano pesantemente censurati, con intere pagine completamente annerite: una ricognizione giornalistica ha contato almeno 550 pagine totalmente oscurate solo in questo primo blocco di atti.

Deputati democratici denunciano che il Dipartimento avrebbe applicato più oscuramenti del necessario, in violazione dello spirito, se non della lettera, della legge sulla trasparenza, mentre alcuni repubblicani minimizzano la portata del ritardo definendo irrealistica la scadenza dei 30 giorni.​

Cosa manca ancora all’appello

Oltre agli oscuramenti, il punto centrale riguarda i materiali ancora non pubblicati, che includono potenzialmente liste di nomi, flussi finanziari e comunicazioni interne sulle scelte investigative e processuali.

Secondo i resoconti al Congresso, tra i documenti già online ci sono prove raccolte dall’FBI nel 2018, gli atti della causa contro Maxwell del 2019 e dossier relativi alle controversie civili con il patrimonio di Epstein, ma altre categorie di file restano “in revisione”.​

Tra le carte già divulgate compaiono anche pagine interamente annerite come un documento etichettato “Masseuse List”, con nomi delle vittime e di altre persone che il Dipartimento sostiene di voler proteggere, e registrazioni audio in cui le voci vengono distorte o rese irriconoscibili.

Le autorità hanno addirittura chiesto al pubblico di segnalare eventuali informazioni che non avrebbero dovuto essere divulgate, un dettaglio che alimenta il sospetto di una gestione confusa, se non deliberatamente prudente, dei materiali più sensibili.​

Le vittime, il suicidio e le domande aperte

La nuova ondata di file non chiude, ma rilancia, le domande irrisolte sulla gestione del caso Epstein, a partire dal suo suicidio in cella a New York nell’agosto 2019, avvenuto mentre era in attesa di processo per traffico sessuale.

In una delle precedenti pubblicazioni collegate alle indagini congressuali era già emerso un video del blocco carcerario con un minuto mancante nelle immagini, dettaglio che ha alimentato teorie e diffidenze sull’effettiva dinamica della morte del finanziere.​

Organizzazioni e commentatori invitano a riportare al centro le vittime, ricordando che la fascinazione per i nomi dei potenti rischia di oscurare le storie delle ragazze abusate per anni all’interno del sistema costruito da Epstein.

Mentre altri dossier vengono caricati online, la pressione dell’opinione pubblica e del Congresso mira a trasformare il maxi‑archivio non solo in un catalogo di scandali, ma in una base documentale per capire come sia stato possibile che una rete di sfruttamento di questa portata sia prosperata così a lungo all’ombra delle istituzioni.​

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