19 Dec, 2025 - 12:40

Trump perde consensi, sondaggio segnala disapprovazione su due cavalli di battaglia del tycoon: economia e immigrazione

Trump perde consensi, sondaggio segnala disapprovazione su due cavalli di battaglia del tycoon: economia e immigrazione

Mentre Donald Trump si avvicina al primo anniversario del suo secondo mandato presidenziale, un nuovo sondaggio della Quinnipiac University, condotto dall'11 al 15 dicembre 2025, offre una interessante fotografia dell'opinione pubblica americana.

Con le elezioni di medio termine del 2026 all'orizzonte, i dati evidenziano approvazioni basse su temi chiave come economia e immigrazione, percezioni di un uso eccessivo del potere presidenziale e un'economia vista come in declino da molti elettori.

Il sondaggio riflette tensioni persistenti in un contesto politico carico, dove il 54 per cento disapprova il lavoro di Trump.

L’approvazione del lavoro di Trump resta bassa 

Gli elettori esprimono preoccupazioni significative sull'uso del potere presidenziale da parte di Trump. Il 54 per cento pensa che stia esagerando, mentre solo il 37 per cento ritiene che stia gestendo la situazione nel modo giusto. Una minoranza del 7 per cento considera che Trump non stia usando abbastanza il potere derivante della presidenza.

Questi numeri suggeriscono una diffidenza diffusa verso l'approccio decisionale del presidente, con una maggioranza che vede un eccesso di autorità.

Approvazione sul lavoro di Trump

L'approvazione generale per il lavoro di Trump come presidente resta al 40 per cento, con il 54 per cento che disapprova.

Anche su questioni specifiche come immigrazione ed economia, le approvazioni sono basse e la disapprovazione domina in tutti i casi. Per quanto riguarda l’immigrazione, solo il 44 per cento approva l’operato dell’amministrazione Trump mentre il 54 per cento disapprova le politiche messe in atto. Dato molto simile per le deportazioni, dove scende di 2 punti percentuali il dato di chi trova d’accordo e sale al 55 per cento la quota di chi crede che le strategie adottate siano sbagliate.

Ancora peggiore è il dato sull’economia. Solo il 40 per cento di chi ha risposto trova soddisfacente la situazione economica americana mentre  il 57 per cento è molto scontento.

Alla domanda su chi sia il maggiore responsabile dell'attuale stato dell'economia tra l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden e Donald Trump,  il 57 per cento punta il dito sull’attuale presidente, mentre solo il 34 per cento indica Biden come principale responsabile. Il 10 per cento non esprime un’opinione. 

L’economia sotto la lente degli elettori

Solo il 34 per cento descrive l'economia nazionale come eccellente contro il 65 per cento che la vede non così buona. Inoltre, il 48 per cento degli elettori pensa che l'economia stia peggiorando, il 30 per cento che stia migliorando e il 21 per cento che resti invariata.

Queste percezioni negative dominano, con quasi la metà degli intervistati che prevede un peggioramento, alimentando dibattiti su inflazione, crescita e politiche fiscali.

Il costo della vita come priorità urgente

Il costo della vita emerge come una priorità urgente: il 64 per cento lo considera un problema molto serio, il 28 per cento piuttosto serio, il 5 per cento non così serio e il 2 per cento non affatto un problema. Questa quasi unanimità (92 per cento lo vede almeno piuttosto serio) sottolinea come i prezzi di beni essenziali stiano erodendo il consenso popolare.

Opinioni sull’immigrazione e politiche dell’amministrazione

Sull'immigrazione, il 55 per cento ritiene che l'amministrazione Trump tratti gli immigrati clandestini troppo duramente, il 36 per cento pensa stia gestendo la situazione nel modo giusto e il 6 per cento che sia troppo indulgente. Inoltre, il 57 per cento preferirebbe offrire un percorso verso lo status legale alla maggior parte degli immigrati clandestini, contro il 35 per cento che si ritiene a favore della deportazione della maggioranza di questi.

Questi dati rivelano un'opinione pubblica incline a soluzioni più inclusive, nonostante le politiche aggressive promosse dall'attuale amministrazione.

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