Antonio Marano, manager televisivo e figura di spicco della Rai in quota Lega, è al centro di una bufera politica per l'assunzione del fidanzato della figlia in Rai Pubblicità.
Nominato presidente ad interim della Rai, Marano è accusato di aver esercitato pressioni per favorire il giovane, nonostante le regole etiche dell'azienda.
La polemica, emersa in questi giorni, vede Pd e M5S in prima linea contro quella che per questi partiti è una vera e propria "parentopoli".
Nato ad Ascoli Satriano nel 1956, laureato in architettura al Politecnico di Milano, Antonio Marano ha costruito una carriera tra politica e televisione.
Deputato della Lega Nord nel 1994 e sottosegretario alle Telecomunicazioni nel primo governo Berlusconi, entra in Rai nel 2002 come direttore di Rai 2, introducendo reality e talent show.
Nel 2016, diventa presidente di Rai Pubblicità e nel 2024 entra nel Cda Rai per la Lega, assumendo la presidenza ad interim.
La controversia esplode quando Repubblica rivela che Valadè, fidanzato della figlia di Marano, ottiene un posto su Rai Pubblicità dopo una selezione.
Marano, pur non dichiarando il legame familiare, avrebbe chiesto informazioni sullo "stato di avanzamento della selezione".
L'assunzione avviene nonostante il Codice Etico Rai imponga segnalazioni per conflitti di interesse, con Marano stesso come presidente del Cda destinatario di eventuali denunce.
Non ci sono indagini formali, ma Marano è intervenuto "preventivamente" in Cda difendendo la regolarità dell'assunzione del genero:
ha rivendicato il suocero.
Sta di fatto che Pd e M5S denunciano un favoritismo che mina la credibilità della Rai, trasformata in "ufficio di collocamento per amici e parenti del governo".
Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd, attacca:
e punta il dito sul ruolo poco trasparente di Marano in questa faccenda.
Il Movimento Cinque Stelle, per non essere da meno, annuncia un'interrogazione in Vigilanza Rai sulla "vergognosa parentopoli", accusando il rischio di degradare il servizio pubblico mentre la manovra taglia i fondi.
tuonano i pentastellati, bloccando la Vigilanza e chiedendo verifiche etiche.
Finora, solo la Lega si è mossa per difendere Marano. Ma l'opposizione usa il caso per colpire la governance Rai del centrodestra.