L’esperienza di Davide Ancelotti al Botafogo si conclude prima del previsto, sorprendendo tifosi e addetti ai lavori. Dopo una stagione positiva caratterizzata da risultati importanti e da un gioco offensivo apprezzato, il tecnico italiano ha deciso di lasciare la panchina del club brasiliano. Ma quali sono le ragioni che hanno spinto il figliol d’arte di Carlo Ancelotti a questo passo?
Secondo fonti brasiliane, (giornali autorevoli locali) la decisione di Ancelotti è legata a questioni interne di gestione. In particolare, l’allenatore non ha condiviso l’esonero di Luca Guerra, preparatore atletico del suo staff e figura di fiducia. Questo provvedimento ha rappresentato un punto di rottura per il tecnico italiano.
A pesare sulla scelta di Ancelotti ci sono stati anche altri elementi: le strategie e la pianificazione del club per la prossima stagione, la gestione della rosa e le prospettive per il suo futuro personale. La combinazione di questi fattori ha reso inevitabile l’addio.
Nonostante la separazione, la prima annata di Davide Ancelotti in Brasile è stata decisamente positiva. Il Botafogo ha collezionato 10 partite consecutive senza sconfitte, chiudendo il campionato al sesto posto e qualificandosi per la Copa Libertadores.
Oltre ai risultati, l’allenatore ha lasciato il segno con un calcio offensivo e propositivo, dando alla squadra un’identità tattica chiara e riconoscibile. La sua guida è stata apprezzata sia dai tifosi sia dagli addetti ai lavori, confermando le qualità di un tecnico emergente nel panorama internazionale.
Con l’addio al Botafogo confermato, Davide Ancelotti è già al lavoro per valutare nuove opportunità professionali. La scelta di lasciare il club non è legata ai risultati, ma a divergenze sulla gestione del progetto sportivo e sulle prospettive a lungo termine.
I tifosi e gli osservatori rimangono con interesse sulle prossime mosse del tecnico figliol d’arte, che resta uno dei profili più promettenti del calcio internazionale e potrebbe presto tornare protagonista su una nuova panchina.