È stata rinviata a giudizio una badante di 47 anni, Paola Pettinà, originaria di Sandrigo in provincia di Vicenza. La donna affronterà il processo con accuse gravissime: due omicidi, quattro tentati omicidi, rapina, autoriciclaggio e spaccio di psicofarmaci.
La decisione del giudice per le indagini preliminari arriva dopo un’inchiesta choc, durata nove mesi: secondo l'accusa avrebbe somministrato dosi letali di benzodiazepine alle anziane che accudiva, accelerandone la fine.
Come riporta Il Corriere del Veneto, Paola Pettinà, che si fingeva operatrice sanitaria esperta, avrebbe usato gli ansiolitici, da cui sarebbe stata lei stessa dipendente, come arma letale contro i suoi assistiti, anziani bisognosi di cure.
Due di loro non ce l’hanno fatta, soccombendo agli effetti sedativi e tossici delle benzodiazepine in eccesso: si tratta di Alessandra Balestra e Amalia Gastelli, di 81 e 89 anni.
La Procura le contesta quattro tentati omicidi, tra cui quello ai danni dell’ex compagno, a cui avrebbe somministrato la stessa sostanza.
La 47enne è inoltre accusata di rapina e autoriciclaggio, per aver rubato gioielli a un'anziana e averli poi venduti in un compro oro, a cui si aggiunge il presunto spaccio di psicofarmaci.
Avrebbe smerciato Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico.
Il difensore della donna aveva chiesto il rito abbreviato, puntando allo sconto di un terzo della pena, dopo aver tentato di derubricare le due accuse di omicidio in tentato omicidio. Ma il gip ha rifiutato la richiesta, riconoscendo la complessità e la gravità dei fatti.
Tra le parti civili, oltre all’ex compagno e alla sorella, ci sono anche un’anziana sopravvissuta e i familiari delle due vittime.
"Forse ho esagerato con le benzodiazepine, ma vedevo gli anziani agitati, non volevo far loro del male" sono state le parole della donna quando è stata arrestata, lo scorso dicembre.
La Procura ha richiesto il processo anche per due farmacisti vicentini, oggi sospesi dall’esercizio, come riferisce AdnKronos.
Entrambi sono accusati di aver fornito a Pettinà ingenti quantitativi di benzodiazepine senza ricetta medica.
Un flusso irregolare di neurodepressivi, di cui la donna disponeva in numero maggiore rispetto alla soglia concessa per singolo paziente, che avrebbe spinto la Procura a indagare anche sulle farmacie da lei frequentate.