Procuratore Capo a Napoli, scrittore (è in libreria il suo ennesimo scritto), showman televisivo con le sue lezioni sulla mafia, e anche frontman del comitato per il no alla riforma Nordio.
Nicola Gratteri è tutto questo. E per questo non smette mai di far parlare di sé.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa indetta dopo un blitz che ha smantellato una rete di truffatori specializzati nel raggirare anziani, Gratteri ha dichiarato che il "fronte del No" al referendum sulla riforma della magistratura promossa dal ministro Nordio sta recuperando terreno nei sondaggi rispetto al fronte del Sì.
L'affermazione, pronunciata con il piglio deciso che lo contraddistingue, ha però immediatamente acceso il dibattito politico.
Gratteri, così, mentre metteva alla sbarra 21 presunti truffatori, si è calato anche nel ruolo di testimonial del fronte del no alla riforma Nordio.
Secondo il procuratore, il Sì – sostenuto da governo e centrodestra – parte avvantaggiato dal 52%, ma il No, trainato da magistrati, sindacati e centrosinistra, sta guadagnando consensi grazie a una campagna che evidenzia i rischi di depotenziamento del Csm e l'abolizione dell'elettività dei togati.
ha specificato Gratteri ribadendo che la riforma minerebbe l'indipendenza della magistratura in quanto favorirebbe interferenze politiche.
ha aggiunto poi il procuratore napoletano.
Sta di fatto che l'uscita di Gratteri ha provocato reazioni immediate. Giorgio Mulè, ad esempio, il responsabile di Forza Italia per il referendum, ha dichiarato al Giornale quanto segue:
Mulè, quindi, ha concluso così: