17 Dec, 2025 - 15:10

Elly Schlein candidata premier per il centrosinistra: c'è la benedizione di Dario Franceschini

Elly Schlein candidata premier per il centrosinistra: c'è la benedizione di Dario Franceschini

Dario Franceschini, in un'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, conferma la sua convinzione che Elly Schlein debba essere la candidata premier del centrosinistra alle politiche del 2027.

Come dire: la benedizione per la segretaria del Pd, c'è.

Franceschini, uno dei pesi massimi del partito, non parla mai a caso. E oggi ribadisce di vedere in Schlein la sola figura capace di contendere davvero Palazzo Chigi a Giorgia Meloni.

Per l’ex ministro dem, il tempo degli equilibrismi è finito: la leader del Pd ha già la legittimazione politica, il radicamento nel partito e il profilo pubblico necessari per guidare la sfida nazionale. Rinviare la scelta significherebbe solo indebolire l’intera coalizione progressista.:

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Sarà difficile andare contro una candidatura unica senza una candidatura unica

ha spiegato Franceschini. Per il quale la partita quindi è solo una: Meloni contro Schlein.

Perché per Franceschini Elly Schlein è la candidata premier del centrosinistra

Franceschini lega anzitutto la candidatura di Schlein al dato politico emerso dalle regionali e dalla stagione congressuale: il Pd è tornato competitivo, guida il campo progressista con il maggior numero di voti e amministrazioni, e la sua segretaria è già percepita dagli elettori come il volto dell’alternativa alla destra, soprattutto dopo le vittorie in Campania e Puglia.

In questo quadro, l’idea di cercare un “nome terzo” fuori dal Nazareno gli appare non solo impraticabile, ma anche autolesionista, perché minerebbe la credibilità del Pd come asse portante della coalizione e alimenterebbe l’idea di una leader “a tempo”, non destinata a correre per Palazzo Chigi.​

Nell’intervista, il senatore dem richiama inoltre l’argomento simbolico e culturale che aveva già usato nei mesi scorsi: come molti non avrebbero immaginato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi cinque anni prima, così oggi una parte del centrosinistra continua ad avere un “pregiudizio” verso Schlein, dovuto anche al fatto che è donna, giovane e portatrice di una sinistra moderna, europea, ecologista.

Per Franceschini, blindare il suo ruolo di candidata premier significa trasformare questa diversità in un punto di forza, sancendo la fine dell’eterna ricerca dell' “uomo forte” di sintesi e prendendo atto che la coalizione, se vuole convincere gli indecisi, deve presentare un progetto riconoscibile e una leadership già sperimentata nel confronto con Meloni sui grandi palcoscenici mediatici.​

Come ha commentato Franceschini il tentativo di smarcarsi dalla coalizione di Giuseppe Conte

Intanto, però, il Pd deve fare i conti con le ambizioni mai sopite di Giuseppe Conte.

Il leader del Movimento 5 Stelle ama sentirsi con le mani libere. Non si dichiara un alleato strutturale dei democratici e rivendica una propria agenda autonoma.

Franceschini giudica queste sortite come movimenti tattici pensati per parlare alla base grillina, ma chiarisce che la coalizione di centrosinistra esiste già nei fatti: nelle amministrative, nelle regionali, nei programmi su welfare, lavoro e diritti.

Conte dovrà decidere se starci davvero o continuare a oscillare, assumendosi però la responsabilità politica di una eventuale rottura.​

Fatto sta che per il dirigente dem, la risposta non può essere né l’inseguimento né la spirale di veti incrociati: il modo migliore per tenere dentro il M5S è rendere il Campo largo competitivo e guidato da una leadership chiara, cioè proprio da Schlein come candidata premier, senza più ipotesi di “camere di compensazione” che rinviino la scelta del leader della coalizione.

In quest’ottica, i tentativi di Conte di smarcarsi vengono letti da Franceschini come una fase transitoria: se i rapporti di forza resteranno quelli usciti dalle regionali – con il Pd primo per consensi e il M5S junior partner – sarà l’ex premier a dover spiegare agli elettori perché preferisce isolarsi piuttosto che contribuire a una sfida credibile alla destra nel 2027.​

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